Nuova udienza, stamattina, presso il tribunale di Avellino, del processo clan Partenio, che vede gli affiliati dell’ organizzazione criminale imputati per associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti.
Dinanzi al collegio presieduto dal giudice Gianpiero Scarlato con i giudici a latere – Giulio Argenio e Lorenzo Corona – sono stati ascoltati i testimoni citati dall’avvocato di Pasquale Galdieri Nicola Quatrano.
L’udienza si apre con l’escussione di un uomo, che ha dichiarato di non conoscere Ernesto Nigro. La seconda testimonianza è quella di un giovane, che dichiara di conoscere Pasquale Galdieri, perché erano nella stessa sezione del carcere di Bellizzi irpino nel 2019 e avevano stretto amicizia perché uniti dalla medesima passione per il fitness. Anche quest’ultimo ha dichiarato di non conoscere Ernesto Nigro, ma lo ha fatto contraddicendosi più volte. Nel corso dell’ escussione il difensore ha contestato la richiesta di acquisizione dei casellari giudiziari dei testimoni avanzati dal pm Simona Rossi.
Sempre nel corso della testimonianza Pasquale Galdieri ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee, in cui chiariva l’episodio controverso sul quale il testimone si è più volte contraddetto.
“Quando ci siamo incontrati (lui e il teste n.d.r) mi ha riferito che un certo Ernesto di Montella lo aveva – ha spiegato Galdieri – confuso con me. Io mi sono lamentato di questa persona perché spesso aveva chiesto di me.Io non lo conoscevo e volevo capire i motivi per il quale Ernesto domandava così spesso della mia persona. Noi avevamo il divieto di incontro con altre persone coinvolte nell’inchiesta e per questo motivo dopo l ‘arresto non ho visto più nessuno”.
Sulla stessa vicenda ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee Ernesto Nigro: “Incontrai questa persona in palestra, ma non ho mai conosciuto Pasquale Galdieri. L’avevo soltanto scambiato per lui e gli ho chiesto se fosse Pasquale Galdieri, tutto qui”.
In aula poi è stato ascoltato il titolare di una ditta di giardinaggio che ha dichiarato che Pasquale Galdieri era un suo dipendente e che si era avvalso delle sue prestazioni di operaio fino al 2018 anno in cui era sottoposto a sorveglianza speciale.
Poi è stato ascoltato in aula in video collegamento dal carcere di Caltanissetta Beniamino Pagano citato come teste della difesa di Pasquale Galdieri padrino del suo primogenito. Il presunto elemento di primo piano del Nuovo Clan Partenio, che non era però stato coinvolto nel blitz del 14 ottobre 2019, è stato ascoltato dalla difesa del presunto capo del Nuovo Clan Partenio su un’intercettazione ambientale dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino del 26 ottobre 2018 all’interno dell’abitazione di Pasquale Galdieri. “Niente armi, parlavamo di cavalli e della staccionata da realizzare per costruire un maneggio in una mia proprietà. Mia madre aveva un terreno a Mercogliano che doveva essere diviso tea primogeniti. Un terreno su cui io e pasquale Galdieri volevamo metterci i cavalli, passione coltivata in comune con lui. In famiglia si discuteva di dividerlo i primogeniti. Sarebbe stato bello portarci i cavalli. Ho la passione dei cavalli sin da bambino, la passione per i cavalli me l’ ha trasmessa Pasquale. Nel 2008 mi hanno sequestrato i cavalli di razza spagnola tra cui anche i cavalli carabella. Avevo organizzato un maneggio e facevamo insieme ai ragazzi di una cooperativa anche ippoterapia Ci furono sequestrati mini carabella che non erano dopati come ci accusavano”.
Alla domanda del difensore di Pasquale Galdieri, Leopoldo Perone, se avesse avuto un winchester Pagano risponde: “Non ho mai avuto disponibilità di armi. È un orologio come si vedono nei film western, noi siamo fissati con i cavalli. Quando si parlava di winchester mi riferivo ad un orologio dello stesso brand che produce fucili a leva a ripetizione manuale di fabbricazione statunitense. E quando partiamo per la transumanza, andiamo anche con mantelli e borsoni con ogni tipo di attrezzatura. Anche se il cavallo perde un ferro per strada. Purtroppo se parlo in italiano o in dialetto i Carabinieri vanno sempre in quella direzione”.
Infine non è stata sciolta la riserva sull’ eventuale subornazione dei testi: il pm della direzione antimafia Simona Rossi che già lo scorso 30 gennaio ha chiesto al presidente Scarlato di acquisire nel fascicolo dibattimentale le sommarie informazioni rese al pm e ai carabinieri del nucleo investigativo nel corso delle indagini e non le dichiarazioni rese in aula dagli stessi. La riserva sarà sciolta nel corso della prossima udienza, fissata per il 18 aprile.