Il campo largo si presenta: uniti nella diversità per costruire un’alternativa per Avellino

Avellino

«Una nuova primavera politica per Avellino, come fu nel ’95 con Tonino Di Nunno». E’ con queste parole che l’ex vicesindaco, Antonio Gengaro, apre i lavori dell’assemblea pubblica convocata dalle forze progressiste che stanno tentando la costruzione del campo largo in vista delle amministrative 2024. «Non una battaglia contro Festa, ma a favore di Avellino» dicono i promotori. Ma il primo scoglio da superare è quello dell’unità.

Partito democratico, Movimento cinque stelle, Sinistra italiana, Si Può, Controvento e Avellino prende parte si assumono la responsabilità politica di celebrare un matrimonio tra quelle stesse forze che, solo quattro anni fa, si sono presentate divise e che per questo, probabilmente, hanno contribuito a determinare la vittoria di Gianluca Festa. Il laboratorio politico, avviato nei mesi scorsi su impulso dei rappresentanti di “Si Può”, Giancarlo Giordano e Amalio Santoro, debutta al “Viva Hotel” per la prima di una serie di assemblee pubbliche aperte al contributo politico e programmatico di associazioni, cittadini, altri partiti. E la prima è andata bene, almeno in termini di presenze. A riempire la sala, infatti, non solo i rappresentanti e simpatizzanti delle forze promotrici del campo largo, ma anche di Più Europa, Verdi, Insieme per Avellino, Socialisti. Presenti anche il coordinatore provinciale di Italia viva, Beniamino Palmieri, il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, il presidente Asi, Pasquale Pisano, i riferimenti di diverse associazioni locali come Arci e Acli.

Condivisa la consapevolezza che per battere il sindaco uscente e la sua corazzata di liste non basterà sommare i voti presi da ciascuno in solitaria alle ultime elezioni, ma servirà un programma snello e chiaro per costruire, dicono, «un’alternativa per Avellino, capace di riportare la città ad assumere il ruolo guida di capoluogo dell’Irpinia e di restituirle una funzione regionale».

La volontà di tentare l’unità c’è. E anche le buone intenzioni. Ma il percorso rischia di trovare un primo ostacolo, come da tradizione, già su tempi e modalità per la scelta del candidato sindaco. «Entro la fine dell’estate» è l’auspicio del consigliere regionale Pd Maurizio Petracca. «Prematuro parlarne adesso perché la scelta del candidato apicale deve arrivare al termine del percorso di costruzione del programma» è il pensiero del collega di opposizione Vincenzo Ciampi del M5s. E se alle elezioni manca ancora un anno è pur vero che mettere insieme partiti e organizzazioni che, come sottolinea Giancarlo Giordano, «non hanno la stessa ispirazione culturale né politica», è la vera prima prova del nove da superare, prima di presentarsi agli elettori. Come? Guardando al passato e agli errori commessi, analizzandoli per non ripeterli se l’obiettivo, come dicono, è la città e le sue urgenze.

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