Ci sarebbero cinque persone iscritte nel registro degli indagati per l’indagine condotta dal Procuratore Aggiunto Vincenzo D’Onofrio che ipotizza reati fiscali per l’Avellino calcio.
Per chiarire alcuni aspetti della vicenda, quale persona informata sui fatti, è stato ascoltato Giulio Gravina, rappresentante della Italpol che era stata al centro della trattativa per l’acquisizione di una consistente quota azionaria della società di calcio. Poi non se n’era fatto niente.
Alcune dichiarazioni rese da Gravina, però, non erano sfuggite all’attenzione degli inquirenti. Cosicchè l’imprenditore romano (nella foto al fianco della foto del padre, fondatore della Italpol) è stato convocato in Procura per spiegare cosa volesse dire quando affermava “Non ci troviamo nei conti”.
C’era qualcosa di poco convincente? Perplessità e preoccupazioni di quale genere?
Gravina ha forniro chiarimenti agli interlocutori: oltre al dottore D’Onofrio c’erano pure i pubblici ministeri Teresa Venezia e Fabio Massimo Del Mauro. Ha illustrato la situazione dal punto di vista imprenditoriale, esposto il suo parere circa i conti e i bilanci esaminati.
Dichiarazioni che andranno inserite nei faldoni che contengono gli atti di un procedimento complesso con l’ampia documentazione redatta dai militari del Nucleo di Polizia Economica e Tributaria, coordinati dal maggiore Gennaro Garzella, agli ordini del colonnello Gennaro Ottaiano, comandante provinciale delle Fiamme Gialle.
Dagli accertamenti condotti per mesi dalla Guardia di Finanza sarebbero emersi circa 2 milioni di euro di costi non deducibili, violazioni Iva per centinaia di migliaia di euro e un credito di imposta non dovuto di 600mila euro.
Una serie di violazioni di rilevanza penale, sottoposte all’attenzione della Sezione Reati economici e finanziari della Procura di Avellino che dovrà compiere le necessarie valutazioni ed emettere, eventualmente, provvedimenti giudiziari in proposito.