Si è tanto parlato, in questi giorni, della chiusura di tre attività commerciali ad Avellino sostenendo che – alla base di quella decisione – vi fosse un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica. (LEGGI QUI)
In realtà di tratta di attività gestite da personaggi noti, i cui nomi risulterebbero vicini a quelli di soggetti coinvolti nelle indagini in corso relative al cosiddetto Nuovo Clan Partenio e alle aste pilotate, inchieste che hanno portato all’emissione di diversi provvedimenti giudiziari e per le quali si prevedono ulteriori sviluppi.
A due ristoranti-pizzeria (It’s Ok di Via Raffaele Aversa e Pomodoro di Via due Principati) nonché al parcheggio situato presso l’Ipercoop (attualmente gratuito per i clienti), è stata revocata la Segnalazione certificato di inizio attività, come da disposizione emessa dal Servizio attività produttive del Comune di Avellino ed eseguita dalla polizia municipale, firmata dal dirigente Michele Arvonio.
Il reale motivo della decisione, attuata in base a una nota della Prefettura di Avellino datata 18 novembre 2019, non sarebbe legato all’ordine e la sicurezza pubblica, come da più parti invece sostenuto, perché i requisiti morali delle persone di cui tanto si parla in questi giorni, non sono venuti meno in quanto, attualmente, solo indagati e non condannati.
La decisione risiede nella necessità di garantire la pubblica incolumità.
La Prefettura ha infatti ipotizzato che, nel caso in cui dovessero registrarsi altri attentati – oltre quelli avvenuti ultimamente ad Avellino ai danni di soggetti in qualche modo legati a quelle indagini – potrebbero registrarsi danni ai passanti o, peggio, ai frequentatori di quegli esercizi commerciali.
E allorta meglio chiuderli, per evitare rischi.