Spaccio a Reggio, trafficante nascosto a Lauro

Spaccio a Reggio, trafficante nascosto a Lauro
Alle prime ore di questa mattina nel capoluogo reggiano e nel comune di Lauro, in provincia di Avellino, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia, supportati nella fase esecutiva dai comandi Arma territorialmente competenti, hanno dato corso, sotto il coordinam…

Spaccio a Reggio, trafficante nascosto a Lauro

Alle prime ore di questa mattina nel capoluogo reggiano e nel comune di Lauro, in provincia di Avellino, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia, supportati nella fase esecutiva dai comandi Arma territorialmente competenti, hanno dato corso, sotto il coordinamento della Procura reggiana nella persona della D.ssa Isabella Chiesi Procuratore Capo della Repubblica facente funzioni, all’operazione “Grattacielo” che ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale di matrice italo albanese dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione “GRATTACIELO”, così appositamente denominata in quanto l’indagine, oltre ad essere iniziata proprio nel grattacielo simbolo del capoluogo reggiano posto a ridosso della stazione ferroviaria, vedeva gli adepti prediligere gli androni dei condomini per l’illecita attività, ha visto l’esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale D.ssa Cristina BERETTI che accoglieva le richieste della Procura reggiana concordanti con le risultanze dei Carabinieri. I militari del Nucleo Investigativo con l’accusa di concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ravvisata nel capo ‘imputazione a carico degli indagati, hanno tratto in arresto 5 persone, 3 albanesi e due italiani, di cui uno originario di Salerno ma domiciliato a Lauro (Avellino):

1.BELESHI Majlinda detta “Linda”, nata a Kruje (Albania) in data 29.04.1985 e residente a Reggio Emilia;

2.CALIENDO Mario, nato a Pagani (SA) il 21.03.1964, residente a Scandiano (RE) di fatto domiciliato a Lauro (AV);

3.MUNARINI Marco, nato a Reggio Emilia il 16.03.1969 ed ivi residente;

4.PROVOLIA Faik detto “Niko”, nato in Kossovo il 21.05.1981, clandestino;

5.SADIKAJ Gezim detto “Jimmy”, nato in Kossovo il 30.10.1980, clandestino.

L’indagine avviata dal mese di settembre dello scorso anno anche grazie alle attività tecniche di intercettazione e ai servizi di osservazione e pedinamento ha rivelato che gli indagati erano dediti, a vario titolo, all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante l’indagine sono stati fatti alcuni mirati interventi che hanno portato sequestro di cocaina, eroina e ingenti somme di danaro ritenute proventi dell’illecita attività (oltre 27.000 euro per l’esattezza). Gli interventi in questione effettuati ad indagini in corso sono quelli del 6 novembre quando furono arresti 4 cittadini albanesi sorpresi spacciare cocaina nell’androne di un grosso plesso condominiale ed il 6 dicembre quando fu arrestato il MUNARINI Marco sorpreso a spacciare eroina durante il proprio lavoro che all’epoca lo vedeva essere corriere in quanto addetto alla consegna di pacchi postali. Gli arrestati pur non costituendo un’organizzazione criminale strutturata in maniera condivisa avevano reciproci rapporti che le indagini hanno ben delineato, consentendo di individuare negli arrestati i vari livelli ordinativi della catena di spaccio che si sviluppava prevalentemente nel capoluogo reggiano. Nello specifico i tre cittadini albanesi sono risultati essere “i grossisti” che cedevano lo stupefacente ad altri pusher, tra cui proprio i due cittadini italiani arrestati che a loro volta oltre a farne uso lo cedevano ad altri tossicodipendenti. Il Caliendo Mario trattava la cocaina mentre il Munarini Luca l’eroina. Una remunerativa attività di spaccio condotta dal settembre 2008 sino ai primi mesi del 2009 che stando alle indagini ha visto i “grossisti” prediligere per le cessioni l’interno dell’atrio di un affollato condominio della città. Un modo come un altro per trattare i loschi affari lontani dagli occhi indiscreti dei Carabinieri, che ad insaputa dei diretti interessati invece li osservavano, ricostruendo le loro attività di spaccio come ampiamente supportato nelle informativa di reato alla base del’emissione degli odierni provvedimenti restrittivi di natura cautelare.

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