Operazione “peso netto” della Guardia di Finanza

Operazione “peso netto” della Guardia di Finanza
Vaschette di plastica e cartoni porta-alimenti venduti rispettivamente a 23 e 12 euro al chilo: questo è lo sconcertante dato di sintesi emerso al termine di una complessa attività che ha visto impegnati, in questa prima fase, i militari della Tenenza di Sant’Angelo dei Lombardi, agli ordini del Ten…

Operazione “peso netto” della Guardia di Finanza

Vaschette di plastica e cartoni porta-alimenti venduti rispettivamente a 23 e 12 euro al chilo: questo è lo sconcertante dato di sintesi emerso al termine di una complessa attività che ha visto impegnati, in questa prima fase, i militari della Tenenza di Sant’Angelo dei Lombardi, agli ordini del Tenente Massimo DEVITO. Ben 18 sono state le denunce per frode in commercio cui sono pervenute le Fiamme Gialle del reparto cui il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino, colonnello Mario IMPARATO, ha voluto attribuire il ruolo di capofila. Per questa prima fase dell’articolato piano d’azione in tema di lotta al carovita, denominato nel suo complesso operazione PESONETTO, il Nucleo Mobile della Tenenza ha sviluppato specifici controlli in tutti i 28 comuni di competenza, con pattuglie che hanno operato in tutta l’alta Irpinia per oltre un mese. L’attività svolta a tutela del consumatore, in costante collaborazione con il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, dr. Antonio GUERRIERO, si è sostanziata in accurati controlli alle strumentazioni di pesatura utilizzate presso esercizi commerciali delle categorie merceologiche che basano la vendita dei prodotti offerti in base al peso, con particolare attenzione ai negozi di generi alimentari. Nella maggior parte dei casi gli interventi si sono sostanziati, dopo un preliminare appostamento nei pressi dell’esercizio commerciale, nell’attendere il cliente dopo l’acquisto fuori dal negozio per poi riaccompagnarlo all’interno, pesare di nuovo il prodotto e confrontarlo con quanto pagato. Secondo quanto stabilito dalle disposizioni vigenti ed in particolare dalla legge 05.08.1981 nr. 441, le merci il cui prezzo è fissato in ragione di unità di peso debbono essere vendute al netto della tara, ossia di tutto ciò che avvolge o contiene la merce da vendere ovvero che ad essa è unita e con essa viene venduta. In questa categoria sono compresi, oltre ai prodotti posti in vendita allo stato sfuso (il cui peso viene determinato all’atto stesso della domanda di acquisto), anche quelli confezionati in assenza dell’acquirente e posti in vendita in un contenitore od imballaggio su cui viene espresso il peso della merce contenuta. Per garantire l’acquirente, inoltre, la vendita al minuto ed a peso delle merci allo stato sfuso deve essere effettuata con strumenti di misurazione (bilance) opportunamente omologati in modo da consentire la visualizzazione diretta ed immediata del peso netto: la bilancia deve essere collocata nel locale di vendita in modo tale da consentire all’acquirente la visione libera e immediata del dispositivo indicatore. A seguito degli oltre 60 controlli effettuati sono emersi dati allarmanti in quanto per circa il 40% degli esercizi visitati dalle Fiamme Gialle, oltre a non essere evidenziata in maniera opportuna la tara relativa al prodotto in vendita, l’acquirente si trovava di fatto a pagare l’involucro di quanto acquistato allo stesso prezzo del prodotto desiderato. Ancorché valutata non particolarmente rilevante dagli esercenti, spesso giustificatisi adducendo l’esiguità del peso dei contenitori, la condotta evidenzia tutte le sue valenze truffaldine alla luce di tratti di abitudinarietà che la rendono ormai un malcostume radicato. La rilevanza del danno per il consumatore emerge in tutta la sua portata se si considera che il peso relativo alla tara varia notevolmente in relazione al tipo di contenitore utilizzato: mentre una vaschetta di plastica pesa in genere dai 14 ai 16 grammi ed un foglio di carta da macellaio può pesare tra i 10 ed i 16 grammi, presso i negozi di pasticceria si utilizzano vassoi di cartone che possono raggiungere anche i 100 grammi di peso. Ulteriori luci negative connotano la condotta dei commercianti laddove si tiene in considerazione il numero delle volte che il prodotto viene pesato nell’arco di un anno, pertanto di fatto venduto non più a peso netto ma comprensivo anche della tara. Dai controlli effettuati, oltre a diverse sanzioni amministrative previste dalla legge nr. 441/1981, ben 18 esercenti sono stati deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi per frode in commercio ai sensi dell’articolo 515 del codice penale, per aver posto in vendita merce per quantità e peso diversa da quella dichiarata, fattispecie punita con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a 2.065 euro. Dalla tabella, nella quale sono indicati i vari interventi effettuati, è facile intuire quali siano le tipologie di esercizio che maggiormente si sono rese responsabili dei fatti puniti dall’art.2 della legge 441 del 1981. Sebbene la percentuale d’incidenza della tara rispetto al peso del bene venduto sia esigua, la bandiera nera va alla categoria dei macellai che, a seguito della quasi totalità dei controlli effettuati, hanno evidenziato comportamenti non in linea con quanto disposto dalle norme di legge.

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