Solofra: conceria sequestrata per lavoro nero

Solofra: conceria sequestrata per lavoro nero
Ancora un controllo e ancora un laboratorio conciario sequestrato nel polo industriale di Solofra. Non si arresta infatti l’opera di contrasto al lavoro nero e alle inadempienze agli obblighi sulla sicurezza sul lavoro che i carabinieri del Comando Provinciale di Avellino stanno conducendo da ormai …

Solofra: conceria sequestrata per lavoro nero

Ancora un controllo e ancora un laboratorio conciario sequestrato nel polo industriale di Solofra. Non si arresta infatti l’opera di contrasto al lavoro nero e alle inadempienze agli obblighi sulla sicurezza sul lavoro che i carabinieri del Comando Provinciale di Avellino stanno conducendo da ormai più di 6 mesi nei comuni di Solofra e Montoro e che, dal 1° gennaio 2009 ad oggi, ha già portato al sequestro di ben 20 strutture conciarie. Nella mattinata di ieri, i carabinieri della Stazione di Solofra hanno eseguito l’ennesima ispezione a un’azienda di lavorazione del pellame ubicata a Solofra nei dintorni di via Consolazione e appartenente a una donna solofrana di 25 anni. I militari che hanno proceduto all’ispezione, al momento dell’accesso, hanno riscontrato la presenza di complessivi 11 lavoratori, tutti di nazionalità italiana ma tutti assunti in modo irregolare. Per di più, tra gli 11 lavoratori a nero, vi era anche la presenza di una ragazza di appena 15 anni e di un uomo che percepiva regolarmente il sussidio di disoccupazione da parte dello Stato. Inoltre, come già accaduto in passato per le altre ditte conciarie sequestrate, anche ieri i carabinieri hanno riscontrato diverse inadempienze alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e dei lavoratori. Molte le cose non a norma, tra le quali le più gravi sono di sicuro la mancata redazione di un documento di valutazione dei rischi connessi all’attività lavorativa, la mancata formazione e informazione ai lavoratori sui rischi derivanti dalla loro attività e la mancata sottoposizione degli stessi operai alla prescritta visita medica. Per ciò che attiene invece allo stabilimento in sé, lo stesso era privo dell’autorizzazione per l’emissione di fumi nell’atmosfera (grave inadempienza ambientale), dell’autorizzazione sanitaria e dei certificati di agibilità e antincendio. Per questi motivi, i carabinieri hanno dovuto sottoporre l’azienda a sequestro preventivo e deferire in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino la titolare dell’azienda, accusata dei reati d’impiego di manodopera minore degli anni 16, inadempienze alle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e anti-inquinamento ambientale.

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