Strage bus: Lametta in aula si difende, ma viene contestato dai parenti delle vittime

“Non era carretta così come è stato descritto, su quel pullman veniva fatta una manutenzione costante. Se ci fossero stati dei probleami sarei stato un pazzo a farlo circolare, c’era mio fratello alla guida e a bordo c’era 40 persone che conoscevo benessimo. Io non ho perso solo mio fratello ma quaranta amici. Ed io mi considero la 41esima vittima di quella strage”. Così come Gennaro Lametta, proprietario del bus volato giù dal viadotto Acqualonga quella maledetta sera del 28 luglio 2013, in aula stamane durante l’ennesima udienza del processo. “Non ho avuto a che fare con l’ultima revisione, so per certo che il bus era efficiente, era reduce da un viaggio a Medjugorje e non c’erano stati problemi” – ha aggiunto Lametta che è stato però contestato dai familiari delle vittime durante la sua deposizione. La Procura ha preferito non contro-interrogare. Tensione al termine dell’audizione. Lamettta ha lasciato l’auto e il tribunale scortato. “Assassino”, così è stato aprostrofato dai parenti delle persone decedute e dai superstiti.

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