Diplomi falsi: lo scandalo si allarga, ora tremano gli acquirenti e non solo

Proroga di sei mesi delle indagini per fare massima chiarezza: questo il motivo per il quale la Procura della Repubblica di Avellino, su richiesta del PM Antonella Salvatore, ha ottenuto dal gip Vincenzo Landolfi altro tempo per incrociare dati, esaminare documenti, ascoltare testi e verificare la documentazione che taluni aspiranti tecnici o amministrativi scolastici hanno presentato per ottenere il posto di lavoro.

Intanto aumenta il numero delle persone che dovranno comparire a giudizio: ad Antonio Petrillo, di 67 anni, si sono aggiunte altre persone nei confronti delle quali sarebbero emersi elementi di colpevolezza.

Come si ricorderà il collaboratore della Cisl (il suo nome appariva nel sito del sindacato, sezione scuola – LEGGI QUI) fu immortalato dalle telecamere di “Striscia la notizia” mentre negli uffici del Sindacato proponeva l’acquisto di diplomi veri ad acquirenti che ben sapevano che avrebbero ottenuto quel titolo in modo corretto.

Per i nomi degli altri indagati sono state diffuse solo le iniziali. Si sa che il primo è S.P. un 62enne compaesano di Petrillo, poi c’è M.G.P. un 48enne che lavora ad Avellino e F.R. un quarantenne di Carife. Ma l’elenco è destinato ad allungarsi notevolmente.

Attraverso la proroga ottenuta, la Procura di Avellino potrà avere la possibilità di individuare, senza fretta, altri soggetti coinvolti nello scandalo e che potrebbe finire sul banco degli imputati.

Tantissime le persone già individuate che avrebbero pagato per ottenere quel prezioso diploma che consentiva di scavalcare in graduatoria centinaia di onesti aspiranti tecnici o amministrativi speranzosi di entrare nel mondo della scuola.

Non è escluso che, nel corso del processo penale, proprio alcuni di questi possano costituirsi parte civile.

Importanti vengono definite pure le dichiarazioni rese finora dagli indagati che avrebbero chiamato causa anche insospettabili personaggi i cui nomi vengono sussurrati negli ambienti scolastici dove erano in tanti a conoscenza di quel mercato dei diplomi ottenuti senza frequentare corsi e acquistati a cifre tra i mille e duemila euro. (LEGGI QUI)

Un mercato che si è bloccato creando notevole danno economico a quanti facevano parte dell’organizzazione e anche ai loro familiari che potevano indirettamente beneficiare di quelle entrate extra.

Pare che in talune intercettazioni telefoniche avvenute nei giorni immediatamente successivi allo scandalo, ci siano state lamentele in tal senso, ovvero di avere perduto – dopo quanto accaduto – la possibilità di fare la bella vita, di permettersi un fuoristrada e qualche vacanza. Qualcuno ha dovuto cambiare sede di lavoro, in seguito a questa imbarazzante vicenda.

Pure le persone intercettate potrebbero ricevere a breve la convocazione da parte degli inquirenti.

 

 

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