Diplomi falsi, ora tremano gli acquirenti: “Carta straccia e rischio condanna”

Proseguono gli interrogatori per i soggetti che hanno acquistato attestati e diplomi utili per guadagnare posizioni in graduatoria, ai danni di altri concorrenti, per ottenere un posto nella scuola come personale Ata.

Acquirenti che non erano ignari di quanto stavano facendo perchè spendere soldi per ottenere un titolo di merito, non corrisponde a una azione lecita.

Lo sapevano gli acquirenti e soprattutto quanti vendevano quel “prodotto” così ambito e ricercato, in modo diretto e anche attraverso mediatori.

Ora quegli attestati costati dai 500 ai 2000 euro sono carta straccia e quanti hanno prodotto quei documenti per ottenere un posto di lavoro, rischiano di essere licenziati, dopo avere speso i soldi per l’acquisto del pezzo di carta.

Come si dice dalle nostre parti: cornuti e mazziati.

Si, perchè quei diplomi, attestazioni, certificati acquistati senza trascorrere un’ora sui libri o partecipare a corsi veri e seri, sono carta straccia.

Soldi buttati.

Non solo: l’indagine portata avanti dalla Procura della Repubblica di Avellino va avanti anche dopo le prime sentenze di condanna nei confronti degli ideatori e autori della vendita delle certificazioni.

Sono stati ascoltati altri acquirenti di quei titoli di merito nell’ambito delli’indagine condotta dal Procuratore della Repubblica, Rosario Cantelmo, e dal pubblico ministero Antonella Salvatore.

Vogliono accertare le responsabilità, conoscere ogni dettaglio circa i rapporti intercorsi con i venditori di diplomi e di speranze.

Gente senza scrupoli, che ha venduto l’illusione di ottenere un posto fisso a giovani in cerca di lavoro, mettendoli praticamente nei guai.

Negli uffici della Procura di Avellino vengono ascoltati coloro che hanno fruito delle false certificazioni, dei diplomi taroccati per accedere a posti di lavoro in modo truffaldino, scavalcando poveri cristi che nulla sapevano di questo strano traffico di diplomi oppure non avevano i soldi per acquistarli.

Perchè il traffico di diplomi era noto e avveniva alla luce del sole, negli uffici della Cisl di Avellino come accertò pure il servizio di “Striscia la notizia” documentando che il buon Antonio Perillo, 67enne collaboratore del sindacato, proponeva la vendita e quindi cedeva diplomi e attestazioni in cambio di soldi, dai duemila ai tremila euro.

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S’indignarono i vertici del sindacato Cisl, quando venne fuori la vicenda, conferenza stampa dai toni forti, giurarono che Antonio Perillo non era più loro collaboratore, quasi quasi nemmeno lo conoscevano.

Eppure frequentava costantemente gli uffici di Via del Balzo occupandone una stanza.

In quegli uffici riceveva quanti erano interessati a entrre in possesso di un attestato, di un diploma, insomma del pezzo di carta buono per accedere a un posto fisso.

All’epoca i vertici della Cisl di Avellino, promisero che si sarebbero costituiti parte civile nel processo conclusosi da poche settimane.

Antonio Perillo è stato condannato, ora vive agli arresti domiciliari.

Dovrà risarcire pure il sindacato, se costituitosi parte civile?

E nei confronti degli acquirenti dei diplomi falsi, quale risarcimento potrà offrire dal punto di vista materiale?

Gli acquirenti di quelle certificazioni farlocche rischiano grosso, non solo per il possibile rinvio a giudizio da cui potrebbe scaturire una condanna.

Sono numerosi quanti hanno acquistato e beneficiato di quei diplomi che, in realtà, risulterebbero veri perchè non contraffatti ma conseguiti senza avere svolto lezioni e senza averne titolo, fondamentali però per salire di posizioni nelle graduatorie per il personale Ata nelle scuole.

Graduatorie dalle quali potrebbero essere presto cancellati, perdendo il posto conseguito attraverso documenti non ritenuti validi.

Nel registro degli indagati ci sono 44 acquirenti di quei diplomi per i quali si configurerebbe il reato di corruzione in concorso con le persone che hanno proceduto a rilasciare i diplomi.

Soldi spesi male, rischio di perdere il posto di lavoro, di essere condannati dopo avere pagato.

In effetti cornuti e mazziati, ovvero: oltre il danno anche la beffa per dirla in perfetto italiano, ovvero come si addice a chi è in possesso di diplomi di specializzazione.

 

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