Ortensio Zecchino accusato di ricettazione: “Trattato da delinquente”

Ortensio Zecchino accusato di ricettazione, possibile?

I carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio artistico e culturale avrebbero rinvenuto libri antichi, alcuni di particolare pregio, e documenti storici presso la biblioteca del Centro europeo di studi normanni di Ariano Irpino, di cui l’ex parlamentare è presidente. Materiale che i carabinieri cercava da tempo.

E’ scattata così la denuncia che ha avuto particolare rilevanza mediatica, per la notorietà del’indagato il quale ha fatto pervenire una sua nota che pubblichiamo.

“La “tradizionale” fuga di notizie dalle sedi delle indagini preliminari ha consentito ai mass-media di amplificare una vicenda da ‘commedia degli equivoci’, gettando sulla mia persona l’ombra sinistra di gravi responsabilità per traffici illeciti di libri antichi. Impossibilitato, allo stato, di far valere le mie ragioni nelle sedi proprie, sento il dovere di offrire agli amici e a quanti, a vario titolo, hanno avuto o hanno comunque con me rapporti, la ‘mia’ versione dei fatti.
Per favorire l’inserimento del ‘Centro europeo di Studi normanni’ (benemerita istituzione, con sede in Ariano Irpino, attiva da un trentennio e da qualche anno presieduta dal sottoscritto) nella tabella delle istituzioni culturali private riconosciute dallo Stato, essendo a tal fine richiesta la messa a disposizione del pubblico di una consistente  biblioteca, ho consentito di inserire nel sito del Centro, il catalogo dei miei libri, per renderlo liberamente consultabile, dichiarando altresì la piena disponibilità a consentire la consultazione dei miei libri, nella sede del CESN, su richiesta e prenotazione.
Di più, di ciascun libro del fondo antico (ricco anche di incunaboli e importanti edizioni), ho offerto sul web anche le foto dei relativi frontespizi, rendendo così possibile a tutti, inquirenti compresi, la possibilità non solo di leggere l’astratta scheda bibliografica, ma di poter ‘vedere’ il frontespizio di ciascun singolo libro con le sue proprie specificità (stato di conservazione, note ed eventuali difetti).
È del tutto superfluo sottolineare che, se avessi acquistato o ricevuto libri di provenienza illecita, o se avessi avuto anche solo il sospetto di possedere comunque libri antichi di provenienza illecita, non li avrei certamente messi in quella vetrina di pubblicità planetaria che è il web.
Non essendo stata considerata tale circostanza, di fronte al denunziato ammanco di libri nella Biblioteca comunale di Ariano, allocata nello stesso stabile in cui ha sede il CESN, si è proceduto alle gravi imputazioni preliminari di ricettazione e riciclaggio a mio carico, facendo leva su di un presupposto errato e su di un’illazione campata in aria.
Il presupposto errato è l’asserita contiguità fisica della sede della biblioteca comunale con quella del fondo antico che il CESN offre alla consultazione pubblica.
Presupposto errato, perché invece tale fondo antico, essendo come chiarito, di mia proprietà è allocato nella mia abitazione. L’illazione campata in aria nasce dal fatto che tra i libri mancanti alla Biblioteca comunale (oltre 6oo, ma si ammette che “sono tutt’ora in corso verifiche per risalire alla precisa entità dell’originario fondo della biblioteca”, che per 36 anni, dopo il terremoto del 1962, demolita la sede, ha subito ogni sorta di disavventure), e taluni libri del mio fondo antico (messo on-line) vi sarebbero elementi di compatibilità e corrispondenza.
In forza di tali argomentazioni ho subito una perquisizione in casa mia per 12 ore da un plotone di otto carabinieri al comando di un capitano del nucleo romano di tutela dei beni culturali.
La mia casa è stata passata ai raggi X in ogni angolo più intimo e remoto (hanno rifotografato tutto il mio fondo antico (già interamente on-line), tutti i miei quadri, stampe, maioliche, porcellane, bronzi, i pochi gioielli di famiglia, i reperti archeologici (tutti posseduti legalmente, secondo attestazione della competente sovrintendenza). All’esito mi hanno sequestrato 27 libri di scarsissimo valore venale, in gran parte volumi singoli di opere complesse, ribadendo la già ricordata esistenza di elementi di compatibilità e corrispondenza….
Tra i pochi libri ‘completi, dei 27 sequestrati, di quattro ho prove del mio possesso antico e di uno, anch’esso opera singola completa, ho poi trovato, del tutto casualmente, la fattura d’acquisto del 2013 da un rinomato studio bibliografico (€. 220 – è il settecentesco Nullum ius pontificis.. in regno neapolitano di Caravita, libro che è nei miei
specifici interessi di studio).
I volumi spaiati sequestrati, costituenti la gran parte, di tematica religiosa e canonistica, che non mi sarei mai sognato di comprare, mi sono pervenuti da una sciagurata spartizione ereditaria, di cui non ho documentazione, ma che, qualche mese fa, ho fatto oggetto di un racconto che mi permetto di unire (ovviamente l’ho offerto ai c.c. per dimostrare che non era favola inventata per loccasione).
Questi i fatti nella loro nuda essenzialità. L’amara conclusione è che un mio gesto di generosità, teso a contribuire alla diffusione della cultura, in particolare storica, rendendo disponibile la consultazione dei miei libri personali, è stata causa e ragione per finire nel tritacarne mediatico-giudiziario!

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