Sono venute meno le esigenze cautelari che avevano portato in carcere il giudice tributario irpino Antonio Mauriello, padre del presidente dell’Avellino Calcio e della Scandone Basket, Claudio Mauriello.
Così ha deciso il magistrato che conduce le indagini relative al secondo filone delle sentenze pilotate e che ha ritenuto collaborativo il soggetto finito in carcere per reati gravi.
Dall’interrogatorio di garanzia, svolto alla presenza dei legali (i figli, avvocati, dello stesso Mauriello) sarebbero state chierite diverse situazioni che ora saranno valutate dagli inquirenti.
Il giudice tributario che è pure membro del Consiglio nazionale della giustizia tributaria aRoma (al momento sospeso dal servizio, per ovvi motivi), avrà sicuramente fornito elementi ritenuti soddisfacenti dagli inquirenti che hanno, così, reso meno afflittiva la carcerazione consentendo ad Antonio Mauriello, 73 anni, di lasciare il carcere di Fuorni (Salerno).
L’arrestato è stato trasferito presso il proprio domicilio dove resterà in regime di custodia cautelare fino a quando il magistrato che coordina le indagini lo riterrà necessario.
Cosa avrà detto?
Sono molti a domandarsi: cosa avrà raccontato il giudice arrestato?
Come mai è già uscito dal carcere di Fuorni?
Allora ha detto tutto? Ha parlato.
Cè gente preoccupata non poco per quanto avrà potuto raccontare il giudice arrestato.
Tanti gli interrogativi da parte di soggetti che seguono con particolare ansia la questione che interessa persone che hanno avuto rapporti con Antonio Mauriello, il magistrato bravo nel riuscire a sistemare molte situazioni della giustizia tributaria.
Adesso si è capito come.
Molti erano i soggetti che si rivolgevano a lui per la materia tributaria, quella che -paradossalmente – fa più paura della giustizia penale perchè colpisce nella tasca più che nella libertà personale, perchè di mezzo ci sono tanti, tantissimi soldi che per molte persone valgono più di una denuncia a piede più o meno libero.
E quei processi?
Ci s’interroga pure su cosa sarà di quei processi che risultano “aggiustati”.C’èda valutare pure chi sia stato a rappresentare i soggetti nei vari procedimenti, se siano stati i componenti dello studio legale Mauriello oppure altri.
Per i processi e le sentenze pilotate, ove mai ciò dovesse essere accertato, c’è la possibilità della revocazione prevista dall’art. 395, attraverso cui si può ottenere una nuova valutazione del caso.
Quei processi saranno nuovamente svolti ripartendo da zero e per qualcuno potrebbe non esserci più l’assoluzione che ha fatto risparmiare bei soldini.
Si possono impugnare per revocazione anche le sentenze passate in giudicato se sono l’effetto del dolo di una delle parti, se le prove su cui si è deciso sono state dichiarate false oppure se dopo la sentenza sono stati trovati uno o piu’ documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell’avversario.
Lunedì parla Lieto
Il beneficio degli arresti domiciliari, oltre ad Antonio Mauriello, sono stati concessi ad altri cinque soggetti arrestati per questo secondo filone dell’indagine relativa alle sentenze pilotate. Resta in carcere, al momento, solo Casimiro Lieto che sarà ascoltato lunedì presso la casa di reclusione di Roma.