Altri guai per monsignor Gerardo Pierro, già Vescovo di Avellino dal 1987 al1992. Nonostante siano trascorsi tanti anni dal suo mandato, viene ancora oggi ricordato per i suoi straordinari rapporti con i politici irpini mantenuti pure quando s’è trasferito a Salerno. In quella città, l’alto prelato ha vissuto una serie di vicende che lo hanno portato spesso sulle pagine dei giornali più per argomenti giudiziari che riguardanti il clero.
L’ultimo problema, in ordine di tempo, riguarda la condanna ricevuta dalla Corte dei conti: per riepilogare tutti quelli precedenti, occorrerebbe ricordare la vicenda dell’Istituto Interdiocesano del Clero oppure quella dell’Angellara Home.
L’Arcivescovo Pierro, 82 anni, con don Comincio Lanzara e Giovanni Sullutrone, è stato condannato al pagamento, in favore della regione Campania, della somma di due milioni e 446mila euro a titolo di risarcimento del danno cagionato dall’illegittima destinazione di un finanziamento per ristrutturare il Villaggio del fanciullo per i bimbi poveri ma in realtà utilizzato per la creazione di un complesso turistico alberghiero
Gerardo Pierro era stato firmatario delle istanze di finanziamento ed aveva approvato, di volta in volta, i progetti esecutivi redatti dai propri organi tecnici: «e deve ritenersi», si legge in sentenza, «che il medesimo, in quanto legale rappresentante dell’ente beneficiario del finanziamento, fosse ben consapevole dell’ambiguità delle dichiarazioni rese. Inoltre anche da sue dichiarazioni ha sempre rivendicato una piena comunione di intenti con il gestore della struttura Lanzara con il quale aveva sempre agito di comune accordo».
Lo scorso anno la Corte di Cassazione annullò la sentenza di condanna a 10 mesi, per truffa, nei confronti dell’alto prelato, per intervenuta prescrizione. In precedenza vi erano state altre vicende giudiziarie e corpose inchieste ma Pierro aveva continuato sempre svolgere il proprio ruolo.