“Ora basta. Vogliamo i colpevoli subito altrimenti sciopero della fame sotto il viadotto Acqualonga”. Dall’amarezza per in tempi lunghi alla crescente esasperazione. Come preannunciato, stamane i parenti delle 39 vittime della strage bus sono tornati a far sentire la loro voce con un sit in all’ingresso del tribunale di Avellino, poco prima della nuova udienza ennesima protesta dei parenti delle vittime della strage del bus. E intanto anche oggi è stata una giornata di grande tensione in aula. Presente Gennaro Lametta. Chiamato a testimoniare il meccanico tirato in ballo dallo stesso proprietario del bus in una registrazione audio effettuata qualche giorno dopo il tragico incidente nella quale si faceva riferimento ai controlli effettuati sul bus. Il meccanico, però, si è più volte contraddetto e per questo motivo i legali di Lametta hanno chiesto di effettuare indagini sull’officina. La procura si è opposta. E intanto lo stesso capo degli inquirenti, Cantelmo sulla scorta anche del pressing dei parenti ha chiesto al presidente Buono di passare subito alla requisitoria, già dall’udienza in programma il 4 maggio. Al termine dell’udienza è riesplosa la rabbia dei familiari delle vittime che hanno di nuovo contestato Lametta che è uscito ancora una volta scortato dalle forze dell’ordine.