Alto Calore, Ciarcia rassegna le dimissioni da amministratore unico

ciarcia-michelangelo - Alto Calore

Alto Calore, l’amministratore unico Michelangelo Ciarcia si è dimesso. Stamattina il presidente della società di Corso Europa, dopo un’attenta riflessione, ha formalizzato le sue dimissioni dall’incarico alla guida della società di Corso Europa. Lo scorso febbraio, il tribunale aveva deciso una misura interdittiva di un anno nei confronti del manager coinvolto nell’inchiesta sui corsi di formazione “fantasma”.

Il Gip del tribunale di Avellino, Francesca Spella, lo scorso 16 febbraio, aveva firmato la misura di sospensione dall’esercizio per 12 mesi nei confronti di Ciarcia con l’accusa di indebita compensazione, peculato, fatturazione inesistente e false comunicazioni sociali. Il Gip aveva ritenuto necessaria questa misura, considerato l’importante ruolo ricoperto da Ciarcia all’interno dell’ente, sospettando che potessero continuare a porre in essere condotte illecite. Poi il Gip aveva successivamente rigettato le richieste di revoca o attenuazione delle misura interdittiva avanzata dal suo avvocato Nello Pizza nonostante Ciarcia avesse cercato di chiarire la loro posizione in aula.

L’inchiesta, coordinata dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio, che avevano chiesto l’arresto ai domiciliari di Ciarcia, fa riferimento ai corsi di formazione professionali riservati ai dipendenti svolti negli anni dal 2019 al 2021 e finalizzati all’acquisizione di maggiori conoscenze tecnologiche. Corsi che non sarebbero mai stati effettivamente svolti, ma che hanno consentito all’Alto Calore di godere di una compensazione tributaria di crediti di imposta per 632 mila euro. L’attività di indagine, partita dopo le denunce di dipendenti della società, che informavano l’Autorità giudiziaria della loro mancata partecipazione a corsi formativi pur comparendo negli elenchi dei discenti, ha consentito di accertare l’effettiva inesistenza dei corsi.

Le ipotesi di reato contestate, allo stato, agli indagati (complessivamente, quattordici persone, tra cui anche dipendenti dell’Alto Calore e rappresentanti legali delle ditte fornitrici) sono peculato, l’emissione e l’utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti, l’indebita compensazione tributaria aggravata per l’inesistenza dei crediti compensati e li falso in bilancio, tutte aggravate per l’abuso e al violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio.

A spingere l’amministratore unico alle dimissioni, non solo i tempi lunghi, i tempi lunghi per l’esito del ricorso al Tribunale del Riesame, sulla revoca della misura cautelare, ma forse soprattutto la proroga delle indagini incassata dalla Procura di Avellino. I pm Luigi Iglio e Vincenzo Russo, infatti, hanno chiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale di Avellino, Francesca Spella, una proroga per il primo filone dell’inchiesta sui corsi fantasma all’Alto Calore, quello che aveva portato nel febbraio del 2022 al primo accesso all’ente di Corso Europa da parte dei militari del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Avellino e dello stesso pm Vincenzo Russo.

Ora, il 21 marzo, come anticipato in anteprima dal Corriere dell’Irpinia, ci sarà l’assemblea dei soci di Alto Calore – Comuni e Provincia – che dovranno scegliere il nuovo amministratore.

SPOT