Assoluzione frana Quindici, Anzalone: giustizia è fatta |
Assoluzione frana Quindici, Anzalone: giustizia è fatta
Assolto in Appello sulla vicenda della frana di Quindici, il consigliere regionale Anzalone dice: “Giustizia è fatta”. Ecco il testo del suo comunicato:
“Desidero esprimere, più che soddisfazione, la mia felicità grande per la sentenza di assoluzione con formula piena (perché il fatto non sussiste) che il Tribunale di Napoli, in appello, ha emesso nei miei confronti, stabilendo che non ho nessuna responsabilità circa la frana che più di dieci anni fa colpì il comune di Quindici. Questa sentenza, è il caso di dirlo, fa giustizia di un’ingiusta sentenza di primo grado del tribunale di Avellino che, circa due anni fa, mi ritenne nientemeno che responsabile di omicidio colposo, condannandomi a tre anni di carcere. Ha fine così una vicenda per me più kafkiana. Dico questo, perché, non solo io non ho responsabilità alcuna, ma ho meriti grandi per quel che, come Presidente della Provincia di Avellino, ho fatto in occasione della frana. In breve: non si può essere processati per il bene che si fa, andando ben oltre il proprio dovere istituzionale. Infatti, avendo operato in modo da dare attrezzature, organizzazione e strutture alla Provincia e avendo istituto il servizio di protezione civile agli inizi del 1997 – avvalendomi, mi fa piacere ricordarlo, della collaborazione preziosa del vicepresidente, dott. Michele Iannicelli, e degli altri membri della mia giunta – la sera del disastro fui il primo a giungere, insieme ad uomini e mezzi della Provincia, a Quindici. Di più: a Quindici ho trascorso giorni e notti con i lavoratori della Provincia, pagando anche un prezzo grave in termini di danni alla mia salute per il superlavoro e lo stress. D’altronde, quel che ho fatto a Quindici ha avuto ampi ed autorevoli riconoscimenti: a dicembre del 1998 l’allora Presidente della giunta regionale, on. Antonio Rastrelli, mi conferì la medaglia d’oro. In precedenza, avevo avuto il pubblico elogio e ringraziamento del Presidente della Repubblica, l’on. Oscar Luigi Scalfaro, e il Ministro dell’Interno dell’epoca, l’on Giorgio Napolitano, operò in costante contatto con me, apprezzando la positività e il valore del lavoro svolto da me e dall’Amministrazione provinciale. Desidero, infine, esprimere la mia profonda riconoscenza e la mia più alta estimazione all’avvocato Gianfraco Iacobelli, che, con un’arringa in mia difesa da autentico principe del foro, ha dimostrato dal punto di vista giuridico e fattuale l’assoluta inconsistenza della sentenza di condanna. Desidero, infine, esprimere la mia riconoscenza e la mia più alta estimazione al Presidente e gli altri due giudici del collegio di appello, non solo per avermi assolto, ma anche per aver ricostituito la mia così offesa fiducia nella oggettività, imparzialità e rigore della magistratura, dimostrandomi che esiste, ed è tanto retta quanto intelligentemente operante, una magistratura che emette le sentenze sulla base della verità e dello giustizia”.