Aste ok, nuova udienza stamattina, per il processo nato dall’inchiesta del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d’illeciti che vede protagonista il Clan Partenio.
Dinanzi al collegio presieduto dal presidente Melone, a latere Vincenza Cozzino e Gilda Zarrella è continuato l’esame del luogotenente del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino, che – rispondendo al pm John Woodcock – ha proseguito nell’illustrare il contenuto di diverse procedure investigative. Numerose le attività elencate dal militare: dalle numerosissime intercettazioni all’acquisizione di sommarie informazioni testimoniali, così come il controlli del territorio.
Il militare ha confermato la conoscenza diretta tra tutti gli imputati del processo, facendo riferimento alle intercettazioni del 2018, quelle relative alla candidatura a sindaco di Avellino di Damiano Genovese. L’obiettivo dell’Arma, neanche a dirlo, era comprendere se c’era il rischio d’infiltrazioni camorristiche all’interno della tornata elettorale. Il luogotenente, ancora, sciorinando il contenuto delle intercettazioni, parla anche della scarsa considerazione che Pasquale Galdieri aveva nei confronti di Livia Forte. Un’opinione, quella registrata nel 2019, in cui si evince che Pasquale Galdieri ritenesse “scorretta” Livia Forte. Un comportamento, quello di Livia Forte, che non soddisfaceva il presunto boss e che ha trovato, in Nicola Galdieri, “ un tentativo di “mediazione” tra il fratello maggiore e Livia Forte.
L’avvocato Carlo Taormina, difensore di fiducia di Gianluca Formisano – nel corso dell’udienza – è intervenuto con forza nel corso dell’escussione per incalzare il militare relativamente ad alcune informazioni riferite da quest’ultimo in merito a una specifica intercettazione con protagonisti Barone Antonio e Formisano Gianluca. Il penalista, nel dettaglio, ha chiesto mirate precisazioni, affermando che il teste ha detto il falso. Una affermazione che, ovviamente, ha scatenato tensioni in aula; in particolare tra il difensore di Formisano, il collegio giudicante e il Pm Woodcock. Per quest’ultimo, Taormina affermava furente: “Mi auguro che il Pm faccia il suo dovere!”.
“Oggi un altro accadimento per il quale sarò- afferma Taormina – – costretto a denunziare un esponente delle forze dell’ordine che ha dichiarato il falso nei confronti di Formisano accusandolo di essersi spartito con i criminali una somma indicandola come frutto di un’asta truccata contrariamente al vero. Contestatogli di aver detto il falso, l’esponente delle forze dell’ordine ha confermato il falso. Ho invitato il tribunale a trasmettere gli atti della Procura di Avellino perché proceda per la falsa testimonianza”.
Al termine dell’udienza, l’avvocato Taormina ha invitato il Tribunale a trasmettere gli atti alla Procura di Avellino perché proceda per la falsa testimonianza del testimone. Il presidente, dopo una breve camera di consiglio, ha deciso di rigettare la richiesta del penalista. Non solo, il collegio presieduto dal presidente Melone ha deciso di deferire l’avvocato Taormina al Consiglio Nazionale Forense: “Il presidente ha comunicato il mio deferimento al Consiglio Nazionale Forense. Non so cosa io abbia fatto. Ho alzato la voce, quello sicuramente sì”, conclude.
La prossima udienza, adesso, è attesa per il 31 maggio 2023.