Attività sospesa, ma in conceria si lavorava |
Attività sospesa, ma in conceria si lavorava
Ennesimo episodio d’illegalità legato all’attività conciaria nel polo industriale di Solofra. Questa volta non si tratta dell’ennesima azienda conceria che è stata sorpresa con lavoratori in nero o priva delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, bensì è il caso di una conceria già sequestrata che ha ripreso il lavoro nonostante il Sindaco di Solofra avesse emesso un’apposita ordinanza di sospensione dell’attività lavorativa. I carabinieri della stazione di Solofra, infatti, avevano già condotto una accurata ispezione a questa conceria lo scorso 24 aprile, al termine della quale avevano sequestrato preventivamente la struttura conciaria perché priva del certificato di agibilità e di quello di conformità degli impianti, e denunciato a piede libero la proprietaria per inosservanza alle prescrizioni igienico-sanitarie e a tutela dell’ambiente, nonché per altre violazioni alla legge sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. A seguito della vicenda, il sindaco della città di Solofra, nella sua veste di autorità locale, aveva emesso una ordinanza ad hoc con la quale imponeva alla azienda conciaria sequestrata la chiusura della struttura e l’inibizione a qualsiasi attività lavorativa al suo interno. Nella giornata di oggi, i medesimi carabinieri della stazione di Solofra, assieme al personale ispettivo dell’ASL Avellino, in esecuzione della delega impartita dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino tesa a verificare che la struttura conciaria si stesse adeguando alle prescrizioni imposte durante la scorsa ispezione, hanno scoperto che la società conciaria aveva ripreso le normali attività lavorative. La conceria, infatti, era in funzione a pieno ritmo, nonostante l’ordinanza di chiusura del Sindaco. I carabinieri si sono quindi visti costretti a disporre (nuovamente) l’immediata cessazione dell’attività lavorativa e a deferire in stato di libertà la proprietaria della ditta per i reati d’inosservanza dell’ordine dell’Autorità, nonché per non essersi adeguata alla prescrizioni intimate al termine della scorsa ispezione.