Avellino, scoperta ennesima casa di prostituzione

Avellino, scoperta ennesima casa di prostituzione

Nella serata di ieri, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Avellino hanno fatto irruzione all’interno di una nuova casa di prostituzione, questa volta situata all’interno di un appartamento di via Fricchione, proprio alle spalle del Teatro Gesualdo e poco distante da dove, circa un anno fa, gli stessi militari scoprirono un’altra casa per appuntamenti.
Per arrivare alla scoperta di questa nuova alcova a pagamento, i carabinieri hanno utilizzato la stessa tecnica di sempre. Questa volta, però, anziché esser stati i condomini e i vicini a esporre le loro lagnanze ai carabinieri, è stato lo stesso proprietario dell’appartamento che, insospettitosi dalla persona che aveva con lui stipulato il contratto, ha voluto segnalare la situazione ai militari dell’Arma.
I militari hanno subito messo in atto alcuni servizi di osservazione e controllo della zona, con personale in borghese e macchine civetta posizionate sotto la palazzina, che ospita all’interno vari appartamenti, uffici e studi medici, allo scopo di monitorare ogni movimento. I carabinieri, all’inizio, hanno fermato alcune delle persone che – benché non residenti in quel condominio – uscivano dallo stabile, interrogandoli sul motivo della loro presenza e scoprendo che quanto sospettato dal padrone di casa corrispondeva al vero e che all’interno dell’appartamento vi era una vera e propria casa di appuntamenti.
I carabinieri, infatti, oltre a notare l’effettiva presenza di un eccessivo via-vai, una volta sentiti (come persone informate sui fatti) quegli uomini che scendevano dall’appartamento sospetto, hanno avuto la certezza che in quelle stanze si consumasse un’attività illecita di prostituzione da parte di due giovani donne sudamericane, al prezzo di circa 50 euro a prestazione. Ieri sera è quindi scattato il blitz dei militari che, dopo essere entrati all’interno dell’appartamento, hanno fermato due donne native della Repubblica Colombiana, rispettivamente Diana di 27 anni e Miriam di 31 anni, entrambe regolari in Italia e munite di passaporto. Oltre alla presenza delle donne, come prova dell’effettivo svolgimento del meretricio, i carabinieri hanno rinvenuto la presenza di denaro contante per quasi 800 euro, sicuro provento dell’attività di prostituzione, preservativi e altro materiale erotico chiaramente attinente all’attività stessa.
I successivi accertamenti hanno provato che anche questa volta le due donne pubblicizzavano la loro attività mediante il solito A.A.A. su uno dei più noti giornali locali, con provocante diciture che lasciavano spazio ad un numero di telefono attraverso il quale le si poteva contattare. All’esito degli accertamenti, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Avellino, capeggiati dal comandante del NORM Ten. Silvia Gobbini, hanno appurato che l’appartamento in cui le due donne esercitavano il meretricio era stato affittato da una terza donna, nativa dell’Armenia ma di nazionalità spagnola, e attualmente irreperibile.
Le due prostitute colombiane, interrogate dai carabinieri sulle modalità con le quali avevano avuto accesso all’appartamento, hanno dichiarato di aver preso le chiavi da quella loro amica spagnola, che per quanto ne sapevano sarebbe rientrata in Spagna, proprio allo scopo di esercitarvi all’interno l’attività di meretricio.
Le indagini, quindi, sono ora volte ad accertare eventuali ulteriori responsabilità della donna spagnola attualmente irreperibile, atteso che nessun profilo di responsabilità penale può essere imputato al padrone di casa che, al contrario, si è fatto parte attiva per disarticolare il meccanismo di prostituzione.
In tarda serata, le due colombiane sono state rilasciate, la donna spagnola è stata denunciata in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, mentre l’appartamento è stato sottoposto a sequestro, onde far cessare l’attività di meretricio e permettere alla magistratura di addivenire alle proprie conclusioni in ordine alle indagini effettuate dai carabinieri di Serino.

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