Biagio Cava fu la mente e l’esecutore della strage di Scisciano

Scagionato in un primo momento ora, invece, grazie a nuove ed accurate indagini è stato inchiodato. Il capo clan Biagio Cava sarebbe stato la mente e l’esecutore della strage di Scisciano avvenuta 22 anni fa. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, sono stati gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Avellino. Ad inchiodare il boss che in un primo momento era stato scagionato, sono state le dichiarazioni rese da alcuni pentiti di camorra. Il triplice omicidio avvenne il 21 novembre del 1991 in Contrada Spartimento a Scisciano. Furono trucidati l’ex sindaco di Quindici Eugenio Graziano, suo cugino Vincenzo (fratello del collaboratore di giustizia Felice) e Gaetano Santaniello. I tre cadaveri tutti legati al clan Graziano, furono ritrovati in una officina nelle campagne di Scisciano. I magistrati avevano in un primo momento prosciolto Cava, non valutando attendibili e adatte a sostenere un dibattimento, le accuse rivolte nei suoi confronti e contro Mario Fabbrocino, ‘o gravunaro’ (già condannato all’ergastolo per tale episodio), dagli ex boss Carmine Alfieri e Pasquale Galasso. Quindi le nuove accuse e portate all’attenzione del Gip e i nuovi approfondimenti.

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