Buonanno-D’Urso: “Giusto pensare che Sonia resti a Solofra”

SOLOFRA – “E’ giusto che il sindaco Michele Vignola possa farsi garante della piccola Sonia per verificare nella comunità locale di Solofra la possibilità che la tredicenne superstite al massacro familiare possa essere accolta da qualche famiglia all’interno della nostra realtà”. A lanciare la proposta è il giovane imprenditore Gabriele Buonanno che richiama l’attenzione della giunta comunale ed in particolare del primo cittadino di Solofra all’indomani della nomina di curatore speciale della minorenne.
“Il problema che ora si dovrà affrontare -riprende Gabriele Buonanno- riguarda con particolare interesse la questione dell’affidamento e la possibilità di eventuale adozione. L’idea di un nucleo familiare di Solofra potrebbe superare la lunga procedura burocratica e consentire alla piccola Sonia di poter essere integrata all’interno della nostra comunità assicurandole un futuro dignitoso”. L’ipotesi di verificare anche la possibilità che la tredicenne Sonia possa essere accolta da qualche nucleo familiare concittadino tra le varie situazioni che sono ora al vaglio degli organi preposti sia sul fronte giudiziario che istituzionale viene condiviso anche da parte del consigliere di minoranza Antonello D’Urso: “L’adozione a Solofra potrebbe essere una soluzione per far fronte alle situazioni che possono presentarsi -afferma il consigliere di minoranza D’Urso- e può essere visto anche per dimostrare affetto e per assicurare delle cure. Certamente sarà il Tribunale a doversi esprimere. Ma anche il sindaco potrebbe verificare questa ipotesi se la bambina vorrebbe anche lei rimanere nella nostra comunità.
Naturalmente si pone anche la necessità di avviare un censimento sul territorio per verificare le condizioni di vita degli stranieri presenti nella nostra città e catalogarli per una migliore vigilanza e per mettere in campo gli strumenti necessari per assicurare la giusta integrazione nell’ambito socio, economico e culturale. La vera integrazione c’è nel momento in cui si riesce a garantire un minimo di stabilità. Pertanto sia le associazioni che gli amministratori comunali, il vicesindaco e il sindaco possono valutare l’iniziativa di mettere in campo delle reti di comunicazione e confronto continuo con queste realtà presenti sul nostro territorio con condizioni di vita e cultura differenti”.

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