Sono 16, per adesso, le persone arrestate ma ce ne sono altre 28 indagate e nei confronti delle quali potrebbero presto essere emessi provvedimenti restrittivi. La nuova indagine sul calcio-scommesse tende ad allargarsi notevolmente dopo i primi provvedimenti emessi dalla magistratura di Cremona a conclusione di un’indagine sul calcio scommesse condotta dalla locale squadra mobile e coordinata dal Servizio centrale operativo. A Benevento è stato arrestato stamane il portiere Marco Paoloni reduce, pochi giorni fa, dalla partita d’andata della semifinale play off con la Juve Stabia. Paoloni è stato trasferito, dal personale della Questura sannita, presso il carcere di Cremona.
ORGANIZZAZIONE – Per tutti le accuse sono associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in competizioni sportive. Secondo gli investigatori l’organizzazione criminale si assicurava affari fino a diverse centinaia di migliaia di euro a partita. Nel corso dell’operazione sono state eseguite anche una serie di perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, in alcune ricevitorie e presso uno studio di commercialisti che avrebbero consentito di acquisire ulteriori elementi utili alle indagini.
ARRESTI – Oltre al portiere del Benevento, ci sono titolari di agenzie di scommesse e liberi professionisti, oltre a ex calciatori ed atleti in attività Gli arresti sono stati eseguiti a Bari, Como, Bologna, Rimini, Pescara, Ancona, Ascoli, Ravenna, Benevento, Roma, Torino, Napoli e Ferrara. Cominciano ad essere noti i nomi dei fermati. Tra tutti spicca quello di Beppe Signori, ex capitano della Lazio ed ex attaccante della Nazionale. Personale della squadra mobile di Ascoli Piceno ha notificato i provvedimenti restrittivi al difensore dell’Ascoli Vittorio Micolucci, al centrocampista Vincenzo Sommese e Gianfranco Parlato, quest’ultimo ex giocatore di serie B e C, attualmente collaboratore del Viareggio.
ALTRI NOMI – Circolano pure i nomi delle 28 persone indagate, oltre ai profili dei 16 arrestati ma prima della ufficializzazione si attende la notifica dei provvedimenti agli interessati. Secondo gli inquirenti, emerge una vera e propria «organizzazione criminale» nella quale ognuno aveva specifici compiti e ruoli, il cui obiettivo era quello di manipolare gli incontri a loro vantaggio. Gli indagati, secondo l’indagine, sarebbero anche riusciti a condizionare alcune partite (soprattutto in Prima e Seconda Divisione ma anche un paio di serie B) attraverso accordi verbali e impegni economici.
INDAGINE – Tutto è iniziato nel novembre scorso quando alcuni calciatori della Cremonese denunciarono un’intossicazione alimentare che pregiudicò il risultato della gara. Secondo gli inquirenti l’intossicazione sarebbe stata provocata volutamente da alcuni degli indagati per vedere realizzato il risultato voluto e vincere le ingenti scommesse effettuate. Le indagini della polizia hanno scoperto un contesto ben più ampio collegato ad alcuni soggetti gravitanti nel mondo del calcio che, secondo gli investigatori, “in ragione di conoscenze e di contatti diretti ed indiretti, erano in grado di condizionare i risultati di alcuni incontri per poi effettuare puntate di consistenti somme di denaro attraverso i circuiti legali delle scommesse sia in Italia che all’estero”, ha spega il dirigente della squadra Mobile di Cremona, dottor Lo Presti.