Contrasto al lavoro nero, l’azione delle Fiamme Gialle

Contrasto al lavoro nero, l’azione delle Fiamme Gialle

In un contesto generale di sempre maggiore incisività dell’azione di polizia economico-finanziaria a contrasto all’evasione fiscale, i fenomeni di lavoro nero e di sommerso in genere divengono obbiettivi di particolare interesse per l’attività del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino.
Le direttive del colonnello Mario IMPARATO si sono concretizzate in una articolata operazione di servizio che ha visto ben quattro attività commerciali finire nella rete dei controlli eseguiti nella settimana della Compagnia di Avellino, agli ordini del capitano Salvatore Serra. Alla base dell’intervento presso due degli esercizi commerciali vi è stato lo sviluppo di segnalazioni pervenute al servizio di pubblica utilità 117 (sempre più visto dai cittadini come uno strumento importante nella lotta all’ingiustizia) che hanno evidenziato situazioni di irregolarità per due lavoratori.

I controlli si sono così sviluppati:
in data 5 ottobre 2010 (martedì), a seguito di un accesso presso una lavanderia di Atripalda (AV), veniva rilevato come per due delle tre dipendenti la titolare non era in grado di esibire alcuna documentazione relativa all’assunzione. Le risultanze dell’intervento sono state contestualmente trasmesse alla Direzione Provinciale del Lavoro di Avellino che ha immediatamente adottato nei confronti della società la procedura per la sospensione dell’attività, prevista dall’articolo 5 della legge nr. 123/2007, modificata dal decreto legislativo nr. 81/2008, per l’effettivo impiego di personale “in nero” in misura superiore al 20% dei lavoratori regolarmente assunti (in questo specifico caso la percentuale di lavoratori in nero era pari al 100%). Il provvedimento di sospensione può essere revocato solo previo regolarizzazione dei lavoratori ed il pagamento di una sanzione pari a 2.500 euro, oltre alle sanzioni amministrative comunque applicate nei confronti della società;
in data 7 ottobre 2010 (giovedì), a seguito di un accesso presso un’azienda di commercio all’ingrosso di articoli funerari in Manocalzati (Av) veniva riscontrata la presenza di un dipendente che prestava la propria attività lavorativa completamente in nero ed in assenza di qualsivoglia documentazione comprovante il rapporto di lavoro;
in data 8 ottobre 2010 (venerdì), veniva dato corso in Cervinara (AV) un contestuale doppio controllo, presso una falegnameria ed una vetreria della cittadina che risultavano avere, entrambi, un dipendente completamente “in nero”, risultante nella documentazione obbligatoria in materia previdenziale ed assistenziale.
Con riferimento agli ultimi due interventi, mentre per la falegnameria il caso di irregolarità non superava la percentuale prevista per l’avvio della procedura per la sospensione dell’attività (un caso a fronte dei nove lavoratori presenti), presso l’azienda di articoli funebri e la vetreria, pur in presenza di una percentuali di lavoratori in nero pari al 50% (1 su 2) i militari ritenevano di non richiedere la sospensione sulla base di una specifica direttiva del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali che rimette agli operanti la valutazione dei casi in cui, quando trattasi di cosiddette “micro-imprese”, possano non ritenersi sussistenti i requisiti di tutela del sistema alla base della sospensione di cui al decreto legislativo nr. 81/2008.

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