Decesso sul cantiere, l’indignazione della Filca Cisl

AVELLINO – “Buon Anno, Buon 2011, queste sono state le parole e gli auguri che tutti ci siamo scambiati, e pure Ettore Riccio ha brindato al nuovo anno, al suo futuro. Era un nostro lavoratore; aveva scelto, affacciandosi al lavoro, per la sua tutela sindacale il nostro sindacato, la Filca Cisl”. Così in una nota il sindacato. “Era un lavoratore, ma prima ancora un giovane che con sorriso aveva conosciuto e firmato la delega sindacale a noi. Si sa, ma è bene ribadirlo, che il cantiere è pericoloso sempre e ogni diritto sindacale e contrattuale è spesso, anzi quasi sempre, da conquistare!
Ad Ettore Riccio, lavoratore operaio di 30 anni in un cantiere edile in Ariano Irpino, gli sono stati rivolti pure a lui gli auguri di un buon 2011 e migliore anno, sebbene del nuovo anno ha vissuto solo quattro giorni prima di morire sul lavoro schiacciato da una gabbia di ferro precipitata su di lui. Ad Ariano Irpino è morto Ettore Riccio, giovane operaio di 30 anni.
La Filca Cisl di Avellino è indignata e non stanca di gridare, invita tutte le parti coinvolte di farsi carico delle proprie responsabilità; perché un cantiere sia e deve essere solo un luogo di lavoro e non un’anticamenra per la morte.
Il primo sindacato delle Costruzioni (la Filca Cisl, insieme alla Cisl Irpina) esprime il proprio cordoglio commosso e vuole essere anche con questo comunicato vicino alla moglie Marialibera Martuccio, alla sorella Elena e alla famiglia tutta.
La Filca Cisl di Avellino conosce già che forse suonerà retorico questo ripetuto appello alla sicurezza, ma è doveroso per il modo di fare del Sindacato delle Costruzioni e della Cisl, esprimere autentico dolore e richiamare nuovamente le parti in causa a svolgere fino in fondo il proprio dovere, ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità istituzionali. Questo perché a morire non è stato un numero, l’ultimo pezzo di un ingranaggio perverso, non è stata la prima morte bianca del 2011 ma Ettore Riccio, di anni 30, una persona morta sul posto di lavoro.
E si ritorni ad un linguaggio autentico e originario: una persona è morta sul posto di lavoro, in un cantiere, e non esiste alcun colore che possa rappresentare il lutto nostro e della Famiglia Riccio. Quando muore una persona è una brutta giornata, ma quando è un lavoratore a morire “caduto sul lavoro” è sempre un passo indietro della umana civiltà.
La nostra battaglia sulla sicurezza, che ormai è vecchia come la storia della Filca Cisl di Avellino e dell’intera Cisl (60 anni di Sindacato), è ben lontana dall’essere vinta se a morire, ancora in un cantiere, è stato Ettore Riccio e con lui la civiltà, la cultura della sicurezza, ma la cultura tutta”.

SPOT