Nube tossica da una fabbrica, blitz carabinieri |
Nube tossica da una fabbrica, blitz carabinieri
Un serio danno ambientale è stato sfiorato lo scorso fine settimana quando, in una delle aziende della zona industriale di Nusco, a causa di attrezzature obsolete e dell’imperizia di tecnici e dipendenti, infatti, si è sprigionata una nube di fumi tossici che stava per creare un vero e proprio pericolo sia per le persone che popolano le contrade limitrofe che per le colture presenti. L’episodio si è verificato in uno stabilimento elettromeccanico, che si occupa di verniciature industriali di componenti di automezzi per movimento terra, dove probabilmente per errore ed imperizia erano stati inseriti ciclicamente in forno anche alcuni pezzi meccanici fabbricati nel corso della produzione, pregni di olio e vernice, inutilizzabili per le successive fasi produttive, che non dovevano assolutamente essere presenti in quella fase del ciclo di produzione. Da qualche turno, infatti, dalla ciminiera nel forno della fonderia, proprio a causa dell’anomala presenza nella fusione di tali pezzi, si erano verificata l’emissione di fumi densi, neri e maleodoranti che avevano interessato tutta la zona industriale ed i terreni limitrofi dove ancora abitano decine famiglie di contadini che vivono dei raccolti dei loro campi. Tale coltre di fumo denso e nauseabondo, si diffondeva su stabilimenti e campi lasciando, oltre il cattivo odore, anche polveri sottili che, raffreddatesi, si poggiavano su foglie e frutti, a volte visibili anche ad occhio nudo. La buonaconoscenza del territorio ha permesso, tuttavia, ai Carabinieri della Compagnia di Montella di rendersi conto della situazione e dei rischi ambientali che si stavano creando. Grazie alla proficua attività info-operativa e confortati anche da alcuni spunti informativi derivanti dall’approfondita conoscenza del territorio e della realtà locali, infatti, i Carabinieri, hanno effettuato servizi in abiti civili ed in divisa, pianificandoli in base a fasce orarie preventivamente individuati in base al ciclo di produzione dello stabilimento. La meticolosa attività ha permesso non solo di accertare l’emissione dei fumi, ma anche le cause. Quando i Carabinieri in divisa hanno effettuato l’accesso all’interno dello stabilimento, hanno verificato che all’interno del forno, vi era la presenza di attrezzi che stavano fondendo e che altrettanti erano pronti per essere trattati nello stesso modo, senza le necessarie operazioni di pulizia e sverniciatura. I Carabinieri intervenuti, quindi, hanno dapprima provveduto a fermare le macchine interrompendo l’emissione di fumi nocivi, e poi ricostruita l’intera dinamica dell’errato procedimento di produzione hanno proceduto a denunciare in stato di libertà sia i due operai addetti, al momento, alle operazioni che l’amministratore della società per “emissione di fumo nocivo alla salute pubblica”. L’attività ora continua al fine di acquisire utili testimonianze per capire da quanto tempo era in corso tali attività illecita ed eventuali responsabilità. La cosa importante è stata, dunque, l’interruzione dell’errato ciclo produttivo, che di fatto è stata fondamentale per preservare sia la salute pubblica che l’integrità delle colture. Le indagine sono state condotte in stretta collaborazione con i Magistrati della Procura della Repubblica di Sant’Angelo dei Lombardi.