Si è chiusa la lunga giornata di tensione e protesta che ha visto come protagonisti sul raccordo Avellino-Salerno i lavoratori forestali. La svolta è avvenuta nel tardo pomeriggio a seguito dell’intervento del presidente della Regione Campania Caldoro all’incontro in Prefettura.
Di seguito la cronaca della giornata:
ORE 12.10 – Scoppia il dramma sul raccordo Avellino-Salerno, dove tre operai della comunità montana Irno-Solofrana (in protesta da tre giorni per gli stipendi arretrati) poco prima dell’uscita Lancusi, in direzione sud verso Salerno, hanno divelto la rete del cavalcavia e minacciano di lanciarsi nel vuoto. A documentare in presa diretta ciò che sta accadendo il giornalista di Telespazio 1 Giuseppe Aufiero ed il cameraman Francesco Pierro.
ORE 12.50: gli operai, due della comunità montana Irno-Solofrana ed uno della comunità Picentini, non desistono e chiedono che sul posto giunga il governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro, per ottenere certezze.
ORE 13.37: i tre operai forestali che sono montati sul cavalcavia alla frazione penta di Fisciano sono scesi. Dalla Regione è arrivata una comunicazione con la quale il governatore Stefano caldoro annunciava la disponibilità ad incontrarli. Il faccia a faccia si terrà nel pomeriggio di oggi in Prefettura a Salerno alle ore 15.00.
ORE 16.55 – E’ iniziato poco dopo le 16.00 l’incontro in Prefettura a Salerno, tra le organizzazioni sindacali del settore forestazione, il prefetto e il governatore della Campania Stefano Caldoro. Al tavolo anche il questore di Salerno De Jesu. I lavoratori hanno accolto Caldoro con un assordante silenzio in segno di protesta per la situazione di immobilità e incertezza che stanno vivendo da oltre due anni.
ORE 18.20 – Si è conclusa la riunione in Prefettura. Caldoro si è impegnato ad accelerare lo sblocco fondi Psr e anche l’utilizzo dei fondi Fas per venire incontro alle comunità montane in sofferenza. Il governatore della Campania non riesce a spiegarsi delle grandi differenze sull’erogazione degli stipendi tra un ente e un altro: si passa infatti da pochi mesi a 16 mesi. Caldoro ha comunicato che la Regione prenderà in considerazione l’ipotesi di commissariare le comunità montane che non hanno presentato nè progettazione e nè rendicontazione. Probabile l’utilizzo di ammortizzatori sociali da mettere a disposizione dei lavoratori in attesa dello sblocco dei fondi.