Giovane arianese si uccise a Bologna: non vi fu istigazione

Erano accusati di aver istigato un giovane ad uccidersi. Adesso sono stati assolti anche in Appello “perché il fatto non sussiste”. Si tratta della tragica morte di Giacomo Li Pizzi avvenuta nell’agosto 2006 in provincia di Bologna. Il ragazzo, la cui famiglia è originaria di Ariano Irpino, si gettò dalla Pietra di Bismantova. Il padre lavora come medico a Castelnovo Monti. Il tragico gesto commesso dal giovane la notte fra il 19 e 20 agosto 2006 era stato collegato agli scherzi e alle molestie sessuali di gruppo che aveva subito da alcuni amici presso il Pub Gasoline di Castelnovo Monti, la notte in cui si festeggiava la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio del 2006. Gesti che, fotografati con il telefonino — secondo la tesi accusatoria — avevano turbato Giacomo Li Pizzi per cui il gesto estremo, commesso qualche tempo dopo, veniva messo in relazione all’accaduto di quella sera. Dopo quasi sei anni di tormentate udienze con il processo diviso in due tronconi — molestie sessuali di gruppo e morte in conseguenza di altro reato — ieri la sentenza della Corte d’Appello di Bologna è stata lapidaria su quello che era l’aspetto più grave e delicato emerso durante il processo: ossia che il giovane si fosse suicidato perché tormentato dal ricordo di quella sera. Sul banco degli imputati c’erano nove ragazzi.

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