Clan Graziano: ecco come si era riorganizzato

Clan Graziano: ecco come si era riorganizzato
I Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino questa notte hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli il 9/2/10, su richiesta della Procura antimafia di Napoli, nei confronti di nove persone, otto delle quali sono state tratt…

Clan Graziano: ecco come si era riorganizzato

I Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino questa notte hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli il 9/2/10, su richiesta della Procura antimafia di Napoli, nei confronti di nove persone, otto delle quali sono state tratte in arresto. I destinatari delle ordinanze sono tutti accusati di fare parte dell’associazione mafiosa denominata “clan Graziano” attiva non solo nel Vallo di Lauro e comuni limitrofi, ma anche in alcuni centri della provincia di Salerno, quali Siano, Bracigliano, Mercato San Severino e Castel San Giorgio. In particolare, l’attività d’indagine svolta ha dimostrato come, dopo l’azione repressiva condotta contro tale associazione negli ultimi anni (si pensi agli arresti del 5 maggio 2008, allorquando 23 affiliati al citato can Graziano vennero sottoposti a custodia cautelare), Adriano Sebastiano Graziano, soprannominato ‘o professore’, cui è stata contestata l’aggravante di essere il promotore, dirigente e organizzatore della stessa organizzazione criminale, sia riuscito a riorganizzare il gruppo con un duplice tipo di interventi, sia sul piano militare, servendosi in particolare di Mazzocchi Antonio come braccio armato in grado di intimorire gli avversari, sia sul piano finanziario, mediante la costituzione e la indiretta gestione di società e attività commerciali nel settore della distribuzione alimentare. Le indagini sono state avviate nell’estate dell’anno 2007, in concomitanza con la scarcerazione dal penitenziario di Spoleto di Adriano Sebastiano Graziano e sono state condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino in collaborazione con il personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Baiano e delle Stazioni Carabinieri di Quindici, Lauro e Marzano di Nola. La base operativa della cosca è stata individuata nella villa bunker, ubicata in Quindici alla via E. De Filippo, in uso a Graziano Adriano e alla sua famiglia. L’immobile è stato adattato agli scopi dell’organizzazione, con chiara destinazione anche a garantire una difesa passiva, sia dagli attacchi del clan avverso dei Cava, sia allo scopo di eludere i controlli delle forze di polizia. Le intercettazioni ambientali eseguite all’interno della villa bunker hanno confermato che in tale luogo sono stati progettati e organizzati buona parte dei propositi criminali ideati da Graziano Adriano. In particolare, nell’immobile sono stati tenuti veri e propri summit ai quali hanno partecipato importanti personaggi legati ai Graziano, quali ad esempio Manzi Francesco (Ciccarore) e Graziano Alfonso. All’interno della villa sono stati, altresì, portati al cospetto del boss, ovvero si sono presentati, vari imprenditori che, per ragioni diverse, hanno subito i voleri e le intimidazioni, seppur velate, di Graziano Adriano. Basti evidenziare che Graziano Adriano incaricava il cognato Graziano Francesco di condurre al suo cospetto per il pagamento di oggetti preziosi un gioielliere di Lauro, il quale, a fronte di un importo di oltre 4.000 euro, era indotto ad accettare solo 500 euro. Seguendo le modalità con le quali l’intera vicenda si è svolta, in quella abitazione si consumavano fatti illeciti; nel caso di specie mediante le intercettazioni si è venuti a conoscenza di una attività di usura e riciclaggio gestita da Graziano Adriano. Quanto alla fase strategica, va rilevato che nel corso degli anni 2007 e 2008, gli stabili equilibri in seno al dan Graziano hanno subito dei significativi mutamenti dovuti all’effetto di importanti vicende giudiziarie. Va, inoltre, ricordato che, a fronte delle citate carcerazioni, in data 27.7.2007 è stato posto in libertà Graziano Adriano Sebastiano, già detenuto presso il carcere di Spoleto. Tale evento è risultato di notevole interesse investigativo, poiché ha condizionato la costituzione della nuova compagine direttiva del Can Graziano. In effetti, l’organizzazione del gruppo, a seguito degli arresti dell’anno 2007, ha risentito dell’assenza di una figura carismatica al vertice del sodalizio capace di garantire il controllo del territorio e la continuazione delle attività illecite; proprio in tale contesto si è inserito Graziano Adriano Sebastiano, cui i sodali hanno poi riconosciuto il ruolo di capo del dan. Oltre a raccogliere i gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione mafiosa, a carico dei soggetti ritenuti di far parte, con diverse responsabilità, del clan Graziano, le indagini hanno permesso di individuare alcuni beni che costituiscano il frutto della trasformazione e lo strumento per il mascheramento dei proventi illecitamente accumulati dai vertici del can Graziano e che in concreto sono riconducibili al patrimonio economico di Adriano Sebastiano Graziano, ma di fatto intestati e gestiti da terze persone, alcune insospettabili, come Olindo Dalla, imprenditore edile di Moschiano, o Carmela Graziano (cognata di Adriano) e il fratello di questa, Francesco Graziano. Tali soggetti, legati a vario titolo con il boss, ne favorivano l’arricchimento illecito fungendo da prestanome e comparendo formalmente nella compagine societaria. Pertanto, contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti dei soggetti indicati, sono stati sottoposti a sequestro preventivo la società “La Nuova Fonte S.r.l.”, che può essere considerato il “polmone finanziario” del gruppo diretto da Adriano Graziano (come è emerso dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia e dagli esiti dell’attività di intercettazione e degli accertamenti patrimoniali) e che gestisce un avviato supermercato ubicato in una delle principali piazze di Lauro, nonché una autovettura BMW 325D e due motocicli. La prova del fittizio trasferimento è stata fornita da indagini tecniche, riscontri documentali e contabili, nonché da dichiarazioni di collaboratori di giustizia. In particolare, dalle indagini è emerso che sono stati portati e consegnati a Graziano Adriano il denaro e i titoli prodotti dalla gestione commerciale del supermercato “La Nuova Fonte S.r.L”. I Carabinieri hanno accertato che Adriano Sebastiano Graziano, ad esempio, prima trattava direttamente l’acquisto e le modalità di pagamento dei beni poi risultati nella sua disponibilità, ma successivamente, al momento della stipula del contratto di acquisto effettuato tramite Francesco Graziano e altri sodali, intestava i suddetti beni alla ditta “La Nuova Fonte S.r.l.”. In tal modo, di fatto, nulla figurava a carico di Adriano e persino i contratti assicurativi dei veicoli erano intestati a dei prestanome. La società “La Nuova Fonte s.r.l.”, amministrata da Francesco Graziano formalmente appartiene a questi e alla sorella Carmela con quote del 50% ciascuno, ha prodotto un volume d’affari di circa 5.000.000 di euro negli ultimi anni.

A SEGUIRE L’INTERVISTA RILASCIATA DAL COLONNELLO GIANMARCO SOTTILI.

 

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