Gli artigli della camorra si allungano, sinistri, sulle attività imprenditoriali delle province di Avellino e Benevento. Un’operazione, portata a termine dagli agenti della squadra mobile di Benevento, sotto lo stretto coordinamento del procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Napoli, Federico Cafiero de Raho, ha avallato ancora una volta la pericolosità e la diffusione del fenomeno. Alle prime luci dell’alba, gli agenti della squadra mobile della questura di Benevento ha… |
Gli artigli della camorra si allungano, sinistri, sulle attività imprenditoriali delle province di Avellino e Benevento. Un’operazione, portata a termine dagli agenti della squadra mobile di Benevento, sotto lo stretto coordinamento del procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Napoli, Federico Cafiero de Raho, ha avallato ancora una volta la pericolosità e la diffusione del fenomeno. Alle prime luci dell’alba, gli agenti della squadra mobile della questura di Benevento hanno tratto in arresto, Domenico Rossetti di 57 anni ed il figlio Raffaele di 37, entrambi di Capodrise in provincia di Caserta. Sono accusati di concorso in usura ed estorsione, aggravato dal metodo mafioso. Si tratta, secondo Cafiero de Raho, di esponenti del clan Belforte che opera in provincia di Caserta ma che sta tentando di farsi strada anche nel Sannio ed in Irpinia. Padre e figlio, infatti, avevano preso di mira due imprenditori edili di Pietradefusi, piccolo centro in provincia di Avellino a cavallo con quella di Benevento. Il metodo usato è sempre lo stesso. Prima gli erano stati concessi dei prestiti e poi erano stati strozzati un poco per volta. I Rossetti, infatti, pretendevano dei tassi superiori al 15 per cento. Quando gli imprenditori non potevano pagare si susseguivano una serie di minacce e poi si arrivava a veri e propri pestaggi. In tutte queste azioni, il clan Belforte veniva sempre nominato, come a suggellare una sorta di mandato che arrivava da più alte sfere.