Inchiesta Dolce Vita, arresto bis per l’ex sindaco Festa

Inchiesta Dolce vita, nuove misure cautelari  per l’ex sindaco Gianluca  Festa e l’architetto Fabio Guerriero.

I militari del Comando Provinciale Carabinieri di Avellino e finanzieri della Aliquota Guardia di Finanza della Sezione di Polizia Giudiziaria  hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, su richiesta della procura,  nell’ambito del procedimento che ha già registrato, nello scorso mese di maggio, l’emissione di misure cautelari nei confronti, fra gli altri, dell’ex sindaco del Comune di Avellino, Gianluca Festa.

Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex sindaco del Comune di Avellino e di Fabio Guerriero, entrambi già interessati dalle pregresse attività di indagine, a seguito dei nuovi e ulteriori elementi emersi nel prosieguo delle investigazioni, con riferimento a plurime ipotesi di accordi corruttivi, intervenuti con tre imprenditori, destinatari della misura interdittiva del divieto a contrattare con la pubblica amministrazione.

Un sistematico asservimento delle pubbliche funzioni agli interessi privati degli indagati
Le acquisizioni investigative hanno consentito di ritenere sussistente – sia pure allo stato delle indagini e fatti salvi gli ulteriori sviluppi processuali – un sistematico asservimento delle pubbliche funzioni agli interessi privati degli indagati. In particolare, l’articolata attività di indagine, svolta in sinergia dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Avellino e dai Finanzieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica – coordinati da questo Ufficio -, ha lasciato emergere come una pluralità di appalti, affidati dal Comune di Avellino tra la fine dello scorso anno e gli inizi di quest’anno, siano stati oggetto di patti corruttivi.

Le modalità di realizzazione di tali accordi e la reiterazione dei rapporti corruttivi – così come osservati dagli investigatori nel loro frenetico dipanarsi – hanno descritto un quadro indiziario ritenuto grave dal GIP, al punto tale da farlo qualificare – sempre compatibilmente con il carattere provvisorio della presente fase – come un sistema di gestione degli appalti pubblici basato sulla vendita sistematica della pubblica funzione e sullo spregio delle regole che dovrebbero presiedere allo svolgimento dell’attività amministrativa.

Sequestrati euro 40.000 quale prezzo o profitto del reato
Contestualmente all’adozione delle misure cautelari e interdittive, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo, nei confronti di ciascuno degli indagati, pro quota, della somma di euro 40.000, anche per equivalente, quale prezzo o profitto del reato. In sede di esecuzione delle misure cautelari, la polizia giudiziaria ha proceduto, altresì, all’acquisizione di ulteriore documentazione amministrativa concernente gli appalti oggetto degli accordi corruttivi.

La presente attività di indagine si inserisce in un più ampio contesto investigativo, coordinato da questo Ufficio e tuttora in corso di approfondimento, avente ad oggetto l’inquinamento dell’attività amministrativa del Comune di Avellino con pregiudizio per le risorse destinate alla comunità irpina e la par condicio degli imprenditori interessati a concorrere per l’aggiudicazione trasparente dei pubblici appalti.

 

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