Inchiesta Dolce Vita, l’ex sindaco Festa rinuncia all’interrogatorio davanti al pm

L ‘ex sindaco  di Avellino Gianluca Festa non rendera’ interrogatorio davanti al pm Fabio Massimo Del Mauro dopo l’invito a comparire formalizzato dalla Procura. A comunicarlo il suo difensore, il penalista Luigi Petrillo, che in una nota ha rilevato “di avere condiviso con il Dott.Gianluca Festa la scelta di non rendere l’ interrogatorio cui è stato invitato dal Pubblico Ministero procedente.

“La posizione dell’ indagato è stata, infatti, già abbondantemente illustrata in occasione dell’ interrogatorio di garanzia reso all’ indomani dell’ esecuzione della prima ordinanza cautelare e con la memoria scritta depositata al Giudice per le Indagini Preliminari chiarificatrice degli atti amministrativi posti in discussione nella seconda ordinanza cautelare ed alla quale è stata allegata una consulenza tecnica dimostrativa dell’ incongruenza delle trascrizioni delle intercettazioni – indizi esclusivi a sostegno della misura – rispetto al parlato effettivo.Il Dott.Festa ed il suo difensore, fiduciosi nell’ esito del ricorso per Cassazione proposto in relazione ad entrambe le ordinanze cautelari, ed alla luce della recente decisione del Tribunale del Riesame di Avellino, che ha acclarato che al procedimento non può applicarsi la sospensione feriale dei termini processuali, con la già constatata conseguenza che le indagini inerenti le fattispecie di corruzione, falso e turbativa degli incanti iscritte a carico dell’ indagato in data 31.08.2023, non possono oltre prolungarsi, auspicano che si consenta quanto prima il vaglio dei fatti addebitati innanzi ad un giudice terzo, nel contraddittorio delle parti ed in condizioni di parità tra accusa e difesa”.

E il penalista irpino non ha risparmiato anche una stoccata: “Quanto al decreto di sequestro preventivo emesso ieri per la terza volta e per gli stessi fatti nei riguardi dell’ indagato dopo i due annullamenti disposti dal Tribunale del riesame, si osserva che già la stampa ha notato che gli inquirenti, nel riproporlo, hanno censurato l’ operato del Tribunale medesimo. A tal proposito, vale la pena ricordare che quando non si è soddisfatti della decisione di prima istanza, la strada maestra da percorrere per dolersene è l’ impugnazione, non la reiterazione del provvedimento dichiarato inefficace, in mancanza, a parere di chi scrive, di oggettive ragioni di urgenza: l’ ennesima singolarità in una vicenda giudiziaria che ormai ne rassegna molte e di cui è tempo che si discuta in pubblica udienza”.

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