“Il cash pooling è una tecnica di gestione della liquidità attuata da tutti i principali gruppi di imprese per gestire la cassa in modo centralizzato”. È quanto ha affermato, dinanzi al gip, Gianandrea De Cesare rispondendo alle domande del pm, del gip e della difesa per due ore.
“L’unico conto sul quale confluivano le entrate di Sidigas Com e Sidigas Spa – gestito da Enerimpianti – come era aggredibile dai creditori, poteva anche essere aggredito dallo Stato in caso di mancato pagamento delle tasse. Dunque non vi era alcuna volontà di distrarre fondi e di non soddisfare Stato e creditori”.
L’ex patron dell’Avellino Calcio – difeso dagli avvocati Claudio Mauriello e Olindo Preziosi – ha cercato di fornire dei chiarimenti per smontare le accuse mosse dalla procura di Avellino per autoriciclaggio e mancato pagamento dell’iva. “Gli investimenti pubblicitari hanno portato non solo un ritorno in termine di immagine per la Sidigas, ma anche più di centomila nuovi contratti e quindi utenti”.
Le accuse in questione riguardano il trasferimento di circa 72 milioni di euro dai conti correnti della Enerimpianti srl a favore di diverse società, tra cui la S.S.F. Scandone Spa, la Giada Servizi Aerei srl, la Servizi Integrati srl e la U.S. Avellino 1912 srl. Al termine della sua lunga escussione il processo celebrato con rito abbreviato condizionato, è stato rinviato all’11 settembre, quando verrà emessa la sentenza.
In precedenza, il tribunale di Avellino aveva disposto il sequestro preventivo di un totale di 46 milioni di euro. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari Fabrizio Ciccone ha accolto le richieste avanzate dalla difesa di De Cesare, composta dagli avvocati Claudio Mauriello, Massimiliano Moscariello e Olindo Preziosi, e ha ridotto il sequestro a 27 milioni di euro. Tale decisione è stata avallata anche dal pubblico ministero, sottolineando la validità delle argomentazioni presentate dalla difesa.