Inquinamento e carenze sulla sicurezza: sigilli a conceria

Ancora irregolarità nelle concerie. Nella giornata di ieri, i carabinieri della Stazione di Solofra hanno effettuato una nuova ispezione all’ennesima azienda conciaria presente in quel centro abitato. Obiettivo dell’ispezione, questa volta, è stata una società di inchiodature e rifilatura pelli per conto terzi che, al termine dei controlli, è risultata inadempiente a molte delle basilari normative a tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché di carattere ambientale.
I carabinieri dell’Arma solofrana hanno infatti potuto preliminarmente constatare che la struttura conciaria era priva dell’autorizzazione all’emissione dei fumi in atmosfera, del certificato di agibilità e dell’autorizzazione sanitaria, che già da sole sono bastate per sottoporre a sequestro preventivo l’intero opificio.
Ma i successivi accertamenti circa l’impiego dei lavoratori ivi impiegati e l’attuazione degli strumenti a tutela della loro sicurezza hanno subito evidenziato delle altre mancanze. Infatti, i carabinieri hanno contestato all’imprenditrice, una donna 44enne del posto, che non era stato redatto alcun documento di valutazione dei rischi connessi con l’attività lavorativa, che alcuni lavoratori non erano mai stati sottoposti alla visita medica preventiva obbligatoria, nonché che i luoghi di lavoro non erano conformi alle previsioni legislative in tema di sicurezza.
Al termine delle operazioni ispettive, i militari operanti hanno quindi deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino l’amministratrice unica della società, sottoponendo a sequestro preventivo l’intero impianto conciario.

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