Gianluca Festa non doveva essere arrestato”. Lo dice perentorio l’avvocato Cassazionista Dario Vannetiello nel corso della conferenza stampa fiume, tenuta questa mattina al Circolo della Stampa insieme ai colleghi legali Luigi Petrillo e Concetta Mari, che hanno affiancato l’ex sindaco dI Avellino sin dall’inizio del procedimento giudiziario, che li 18 aprile scorso, ha portato alla misura cautelare ai domiciliari, reocata giovedì 19 settembre, in seguito al vedetto verdetto della Suprema corte di CAssazione. La sesta sezione penale ha annullato tre ordinanze—due del GIP del Tribunale di Avellino e una del Tribunale del Riesame, decretando la cessazione della misura cautelare e l’immediata liberazione ddell’ex sindaco del capoluogo irpino.
In sala c’è chiaramente anche l’ex Sindaco, o meglio il Sindaco, come continuano a chiamarlo tutti. Ancora abbracci e strette di mano, qualche momento di commozione da parte di Festa, agli arrresti domiciliari per 154 giorni. Festa conferma la volontà di non voler rilasciare dichiarazioni al momento, la scena ora resta degli avvocati e, soprattutto, dei risvolti giudiziati che hanno annullato in un solo giorno le due distinte di custodia cautelare ai domiciliari per l’ex sindaco. E che secondo i legali, come detto, non dovevano essere nemmeno applicate. E ne spiegano le ragioni.
“Non abbiamo ancora le motivazioni, come le dicevo, quindi non possiamo affermare- dice l’avvocato Petrilllo- che sia stato demolito il castello accusatorio. Potremo dirlo se la Cassazione dichiarerà che le intercettazioni sono inammissibili; in tal caso, come da lei definito, e in parte condivido questa sua definizione, il castello accusatorio sarà effettivamente demolito. Se, invece, la Cassazione avrà annullato i provvedimenti sulla base della mancanza delle esigenze cautelari, il discorso sarà diverso”.
Petrillo ha poi chiarito che la scarcerazione di Festa è solo una conseguenza di un fatto molto più rilevante: “Ci tengo a fare una precisazione: il tema non è che la Cassazione abbia disposto la scarcerazione di Gianluca Festa. La scarcerazione di Gianluca Festa è una conseguenza di un fatto molto più importante: l’annullamento delle ordinanze, che sono state dichiarate illegittime. Questa è la notizia principale”.
Sulla questione della legittimità dell’arresto, Petrillo ha aggiunto: “Quindi, non sarebbe dovuto essere arrestato? Esattamente, la Cassazione ha stabilito questo. Se fosse stato il giudice a disporre adesso la scarcerazione, come avevo chiesto nell’agosto scorso, si sarebbe potuto dire che è stato scarcerato perché il GIP aveva ritenuto cessate le esigenze cautelari. Ma non è così: ci troviamo di fronte a due provvedimenti che hanno stabilito che le misure cautelari erano illegittime e quindi non avrebbe dovuto essere sottoposto agli arresti”.
Riguardo al futuro del processo, l’avvocato ha evidenziato: “Ora dobbiamo attendere le motivazioni della sentenza per capire innanzitutto se sarà possibile procedere con il processo. Se le intercettazioni verranno dichiarate inutilizzabili, il processo che ci aspetta sarà piuttosto singolare. Inoltre, non potrà più essere celebrato in forma immediata, ma seguirà un rito ordinario”.
Petrillo ha anche commentato l’effetto della decisione della Cassazione sull’andamento del processo: “Uno degli effetti della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione è che l’indagato è tornato in libertà. Questo impedisce la celebrazione del rito immediato, che è possibile solo quando la prova è evidente e l’indagato è stato iscritto nel registro delle notizie di reato da almeno tre mesi, oppure quando è in stato di custodia cautelare da meno di 180 giorni. Fino alla decisione della Cassazione, la Procura poteva chiedere il rito immediato, ma adesso non più”.
Sul fronte politico, Petrillo ha minimizzato le speculazioni, affermando: “Non mi appassiona l’aspetto politico della questione, che dovrà essere valutato da altri. È innegabile, come ha detto anche Gianluca Festa, che quanto accaduto ha segnato l’evoluzione politica della campagna elettorale. Tuttavia, non ho mai creduto che dietro l’attività investigativa vi fossero spinte politiche. Conosco bene i pubblici ministeri che hanno condotto l’indagine e sono certo che nessuno di loro è stato mosso da ambizioni di carattere politico. Lo stesso vale per i Carabinieri: non ho mai intravisto in loro pulsioni politiche. Il fatto è accaduto durante la campagna elettorale, ma è un fatto che dobbiamo registrare senza attribuirgli un rapporto di causa-effetto”.
Petrillo ha anche commentato le motivazioni delle ordinanze, dicendo: “Una parte delle ordinanze di custodia cautelare si basa sull’ipotesi di continuità tra la giunta di Festa e quella precedente, e questa ipotesi costituirebbe il pericolo di reiterazione del reato. Sorrido perché è davvero una tesi che suscita ilarità. Ritengo che, per garbo istituzionale, sia opportuno non frequentare il comune, ma questa motivazione, riportata sia nella prima che nella seconda ordinanza, continua a sembrarmi discutibile”.
Riguardo alle intercettazioni, Petrillo ha espresso dubbi: “Per quanto riguarda la legittimità o meno delle intercettazioni, aspettiamo le motivazioni della Cassazione. Già in passato avevamo notato alcune parti delle intercettazioni che sembravano travisate rispetto all’audio originale. Abbiamo incaricato un ingegnere informatico di riascoltare le intercettazioni oggetto della seconda ordinanza, che secondo l’Ufficio del Pubblico Ministero e il GIP darebbero sostanza alle accuse di corruzione. Il nostro consulente le ha riascoltate molte volte, utilizzando strumenti avanzati che probabilmente i Carabinieri non avevano a disposizione. Diverse frasi trascritte nell’ordinanza si sono rivelate differenti dall’audio originale”.
Per quanto riguarda la “sparizione” del computer: “Quando abbiamo reso l’interrogatorio di garanzia, avevamo il materiale, che doveva essere messo a disposizione del difensore, compreso tutto il materiale dell’agenda. Il tema del computer emergeva dall’intercettazione video. Ci siamo recati in cancelleria per ottenere la possibilità di visionare il video. Ricordo che l’interrogatorio era fissato per un mercoledì. Due giorni prima dell’interrogatorio ci siamo recati in cancelleria, come si fa di solito, per prepararci e confrontarci. Ci interessava ottenere la copia del video, ma abbiamo scoperto – e abbiamo una certificazione che lo attesta – che quel video non si trovava in cancelleria, dove avrebbe dovuto essere. Con l’interrogatorio a poche ore di distanza, non abbiamo potuto rispondere perché non sapevamo cosa fosse contenuto in quel video. Tutto qui.”
In attesa delle motivazioni della Cassazione, Petrillo conclude: “Ora aspettiamo di vedere se la Cassazione si sarà pronunciata sull’inutilizzabilità delle intercettazioni. Se così fosse, il verdetto avrebbe un peso significativo anche per gli altri indagati, poiché i decreti autorizzativi riguardavano tutti loro. Se, invece, la Cassazione ha annullato le misure cautelari per mancanza di esigenze cautelari, la decisione avrà impatto solo su Festa”.
L’avvocato Vannetiello evidenzia come sia il risultato ottenuto in Cassazione, sia storico. “Un caso unico in Italia, come già unico era stato tutto il percorso che aveva portato all’arresto del dottor Festa. Non è mai accaduto nella storia giudiziaria italiana che nello stesso giorno la uprema corte di Cassazione ha annullato due ordinanze di custodia cautelare. Senza rinvio“, aggiunge Vannetiello che, pur aspettando le motivazioni della Cassazione attese entro i prossimi 30 giorni, per la sua esperienza ritiene che il “quadro ora è compleamente cambiato e potrebbe mette in bilico l’intero quadro accusatorio.”
“Devo dire che l’indagine svolta nei confronti di Gianluca Festa si distingue per due ragioni precise. La prima, a differenza delle indagini condotte nel Nord Italia, si caratterizza per un livello di professionalità più elevato. Qui, ad Avellino, ci sono inquirenti abituati a svolgere attività investigative nei confronti di organizzazioni criminali, persone che hanno maturato una notevole, esperienza. Questi inquirenti sono guidati da un magistrato di comprovata competenza, il dottor Airoma, che ha fatto parte della Direzione Distrettuale Antimafia per molti anni e con cui ho condiviso processi importanti, come quelli contro il clan Pagnozzi. Quindi, a differenza di altre indagini, come per esempio quella nei confronti di Toti, questa è senza dubbio condotta con maggiore spessore. Non intendo fare complimenti a caso, ma è un dato di fatto che noi, che viviamo al Sud, siamo particolarmente capaci, brillanti e incisivi in alcuni ambiti. Tuttavia, siccome i processi e i procedimenti si basano sul rispetto di precise regole, insieme al collega Luigi Petrillo siamo riusciti a individuare dei vizi procedurali all’interno di questo procedimento. Nonostante la bravura e l’eccezionale conduzione delle indagini, l’analisi è riuscita a individuare quelli che comunemente vengono definiti “cavilli”, i quali hanno portato a una decisione senz’altro favorevole al sindaco”
Ad ogni modo ciò che stupisce sia Petrillo che Vannetiello è “l’eccezionalità dell’esecuazione delle intercettazioni che, tra l’altro, avranno avuto anche un costo consideravole. Filmati, appostamenti, valutazioni di conversazioni anche dei familiari del dottor Festa. Davvero un caso eccezionale. E nonostante questo monitoraggio non è emersa nessuna prova schiacciante. Contestualmente mancano testimonianze per casi accusatori cosi gravi, fatto salvo di un dipendente comunale sentito sulla vicenda del pc”.
In attesa delle motivazioni della Suprema Corte, Vannetiello e Petrillo, che hanno discusso i ricorsi davanti ai giudici della sesta sezione della Cassazione, hanno evidenziato come “tutte le intercettazioni, sia quelle disposte il 18 aprile sia quelle del 10 luglio, siano affette da vizi tali da renderle inutilizzabili in ogni grado di giudizio”. Secondo la difesa, le autorizzazioni per le intercettazioni – sia audio, video, telefoniche che tramite trojan – presentavano difetti formali e procedurali, che avrebbero condotto alla revoca delle misure cautelari.
Nel ricorso, la difesa ha inoltre messo in evidenza l’irregolarità del decreto autorizzativo del 4 settembre 2023, con il quale erano state disposte le intercettazioni sull’automobile di Fabio Guerriero, unico indagato ancora ai domiciliari dopo il pronunciamento del tribunale del Riesame di Napoli. Secondo gli avvocati, il decreto sarebbe stato emesso in assenza della necessaria richiesta preventiva da parte dell’autorità inquirente.
Sebbene la Corte di Cassazione non abbia ancora chiarito le motivazioni, i legali di Festa ritengono che la ragione del doppio annullamento senza rinvio possa essere l’inutilizzabilità di tutte le intercettazioni. “Se la Cassazione avesse accolto solo alcuni dei motivi di ricorso, l’annullamento sarebbe stato con rinvio per un nuovo giudizio”, spiegano i difensori. Invece, la decisione è stata di annullamento totale per entrambi i procedimenti.
Certo “la partita non è ancora finita”, aggiungono i legali, ma certo come dice Petrillo “questi sei mesi hanno avuto un effetto certamente devastamente sulla comunità”.