Manganelli: il ricordo di Vincenzo Sbrescia

“L’improvvisa scomparsa del Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli, lascia un vulnus profondo nel nostro Paese che ha potuto contare sulla sua straordinaria capacità investigativa, sulla sua profonda competenza e sul suo eccezionale senso dello Stato”. Lo dice in una nota Vincenzo Sbrescia. “Il Prefetto Manganelli si colloca, a pieno titolo, – aggiunge – nella costellazione degli illustri Grand Commis di Stato della storia repubblicana. L’Italia gli deve molto. E’ stato un vero servitor…

“L’improvvisa scomparsa del Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli, lascia un vulnus profondo nel nostro Paese che ha potuto contare sulla sua straordinaria capacità investigativa, sulla sua profonda competenza e sul suo eccezionale senso dello Stato”. Lo dice in una nota Vincenzo Sbrescia. “Il Prefetto Manganelli si colloca, a pieno titolo, – aggiunge – nella costellazione degli illustri Grand Commis di Stato della storia repubblicana. L’Italia gli deve molto. E’ stato un vero servitore dello Stato, ma Antonio Manganelli non dimenticò mai le sue fiere radici irpine ed il suo profondo legame con la Città di Avellino. Ricordo che nel maggio del 2008, Manganelli era stato invitato dal Questore De Jesu a partecipare ad Avellino alla Festa della Polizia. Appresa questa notizia, proposi al Sindaco Pino Galasso di invitare in Municipio il Dott. Manganelli che, per la prima volta, avrebbe partecipato ad un evento nella sua Città natale nella veste ufficiale di vertice della Polizia. Fu così che il 17 maggio 2008 il Capo della Polizia arrivò in Municipio. Avemmo, insieme a diversi colleghi, un colloquio molto intenso ed affrontammo, tra l’altro, questioni legate alle esigenze di sicurezza della nostra Città, alla luce delle copiose risorse finanziarie previste per i progetti Pica. Manganelli ascoltava con grandissima attenzione le nostre valutazioni sui progetti che riguardavano le prospettive di sviluppo territoriale del Capoluogo. Colsi l’occasione per avanzare al Prefetto Manganelli la proposta di inserire anche la Città di Avellino nel programma di finanziamenti europei per l’installazione di impianti di videosorveglianza nel Sud Italia. Ricordo che Manganelli chiese subito al Questore De Jesu di predisporre un progetto e di inoltrarlo prontamente al Viminale per poter valutare l’esistenza dei requisiti necessari per realizzare l’intervento. Già nell’autunno del 2008 seppi che il progetto era stato inserito tra le opere finanziabili dal Viminale e fui felice perché, grazie al decisivo impegno del Capo della Polizia, si andava a realizzare un progetto che avrebbe elevato il livello di sicurezza della nostra Città. In Municipio, Egli ricordò la figura di Giovanni Palatucci, l’ultimo Questore di Fiume morto a Dachau. Manganelli sottolineò, con orgoglio, di essere stato tra i primi a leggere le bozze del libro dedicato a Palatucci dal compianto giornalista e storico irpino Goffredo Raimo (che lui chiamava affettuosamente “Goffredone”). Ma Manganelli espresse, altresì, la sua passione calcistica per l’Avellino, le cui imprese sportive erano da lui costantemente seguite. Va ricordato che il Capo della Polizia ha portato sempre nel cuore Avellino, che ha onorato con il suo impegno e la sua intensa ed instancabile azione al servizio delle istituzioni”.

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