Maraia: “Stele abbandonata”. Tredici anni fa la tragedia dei curdi

IL RICORDO – “Ricordo con sofferenza la dolorosa vicenda dei cinque giovani profughi curdi – iracheni rinvenuti morti , a fine agosto 2002 , in un TIR nell’area di servizio di Mirabella Eclano dell’autostrada Napoli- Bari. Fu una tragedia che è continuata a ripetersi fino ai 71 morti ritrovati in un TIR in Austria”. Così Giovanni Maraia di Ariano in Movimento. “Queste tragedie – prosegue – sono il risultato delle politiche di repressione nei confronti dei profughi e dei migranti , ch…

IL RICORDO – “Ricordo con sofferenza la dolorosa vicenda dei cinque giovani profughi curdi – iracheni rinvenuti morti , a fine agosto 2002 , in un TIR nell’area di servizio di Mirabella Eclano dell’autostrada Napoli- Bari. Fu una tragedia che è continuata a ripetersi fino ai 71 morti ritrovati in un TIR in Austria”. Così Giovanni Maraia di Ariano in Movimento. “Queste tragedie – prosegue – sono il risultato delle politiche di repressione nei confronti dei profughi e dei migranti , che ad ogni costo si ostinano a non mettere in atto politiche di solidarietà , tanto da aiutare e proteggere la migrazione di migliaia di esseri umani . Senza atti politici solidaristici nei confronti di altri esseri umani viene meno il fondamento stesso dello stato democratico e di di diritto . Vengono meno i principi fondativi(tra cui in primis la solidarietà ) della nostra Carta Costituzionale Nel ricordare la triste vicenda dei giovani curdi , provo , contemporaneamente , una contenuta contentezza , per aver contribuito ,insieme ad altri, con un atto di solidarietà , ad aiutare i quattro giovani superstiti a raggiungere la loro meta , a dare un nome ai cinque giovani morti e a trasferire le loro salme in Kurdistan , affidandole all’affetto dei loro famigliari . L’inviato del Corriere della Sera , nel suo articolo del 1/9/2002, nel descrivere la tragedia dei giovani curdi , affermava : ” Non hanno un nome , e probabilmente non lo avranno mai….Non si sa chi sono , non si sa quanti anni avessero, non si sa da dove venissero ” Con un impegno caparbio e meticoloso , ci impegnammo a sapere la loro identità e a ricercare i parenti presenti in Europa , con cui dovevano ricongiungersi . Dovemmo , prima di tutto , superare l’ostacolo di comprendere la lingua parlata dai superstiti , vista la inesistenza in Irpinia di un interprete curdo Invitammo a venire ad Ariano da Torino , un compagno del PRC ,di origine curda ,che poté parlare con i superstiti e pervenire,così , ai parenti dei giovani morti e alla loro identità : Nerwan Ahmad Mahmud di Kalar nato il 1/1/1983 Ayad Fadil Muhamed di Jalawla nato il 19/1/1980 Lukman Kader Abdulrahman di Khanaqin nato il 1/1/1984 Deler Karin Suleman di Kalar nato il 1/8/1984 Adel Sirwan di Tuesk nato nel 1975 Poi , osammo sfidare lo Stato Italiano e riuscimmo , sempre in pochi ( PRC , CGIL, Associazione Vita , alcuni rappresentanti dei Comuni di Ariano e di Avellino, il Sindaco di Mirabella Eclano prof Pugliese ) ,con l’aiuto economico promosso da Anzalone , allora assessore nella Giunta della Regione Campania guidata da Bassolino , a trasferire le cinque salme prima in Siria e poi in Kurdistan , dove furono accolte da una numerosa popolazione che manifesto’ apprezzamento e gratitudine per il popolo Italiano . Il trasferimento delle salme fu possibile nonostante la spietata avversione politica dei governi iracheno e turco nei confronti del popolo curdo e nonostante la incredulità di molti italiani . Avremmo voluto che questo stesso gesto di umanità fosse stato compiuto dallo Stato Italiano nei riguardi dei profughi eritrei ,morti nel 2013 , e trasportati a Lampedusa . ” I nostri morti , chiedevano i familiari e i superstiti , li vogliamo seppellire in Eritrea , e’ l’unica cosa che ci rimane ” Una richiesta calpestata dallo Stato Italiano e dall’Unione Europea . Dopo il trasferimento delle cinque salme , Franco Arminio indico’ di situare una stele in ricordo della strage nell’area di servizio di Mirabella , dove erano stati ritrovati i giovani curdi . Il Sindaco di Mirabella , prof Pugliese , accolse la richiesta, poi avversata dalla società Autostrade S.p.A , tanto che la stele fu collocata all’esterno della recinzione che delimita il parcheggio dell’auto grill. Autostrade S.p.A riteneva, probabilmente , che quella stele avrebbe ridotto i propri guadagni , qualificando l’auto grill un luogo infausto . Invitiamo Autostrade S.p.A a rivedere la decisione assunta nel 2002 e a permettere la collocazione della stele nell’area del’autogrill , tanto da poter essere più che simbolo di ricordo di una tragedia ,stimolo nei riguardi della coscienza collettiva a respingere il nuovo razzismo e le politiche repressive di respingimento dei migranti e dei profughi”, conclude Maraia.

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