Omicidio Gioia, in Appello chiesta la conferma della condanna per i “fidanzatini killer”

Tribunale Avellino

La conferma delle condanne per Elena Gioia e Giovanni Limata. Questa la richiesta del sostituto procuratore generale dinanzi ai giudici della IV Sezione della Corte di Assise di Napoli nel processo di Appello nei confronti di Giovanni Limata ed Elena Gioia, noti come i “fidanzatini killer”. Gli ex fidanzati – accusati dell’omicidio del padre di lei, Aldo Gioia, in primo grado sono stati condannati a ventiquattro anni di reclusione il 24 maggio 2023. I due imputati sono difesi dall’avvocato Rolando Iorio e Livia Rossi.

Davanti ai magistrati della Corte di Appello di Napoli – collegio presieduto dal giudice Abbamondi – c’è stata prima la relazione del giudice che compone il collegio. A seguire la requisitoria del Pg Della Pietra. Il processo di secondo grado è stato rinviato al prossimo 11 aprile, quando ci sarà la discussione delle parti civili, rappresentate dall’avvocato Brigida Cesta e delle difese.

Secondo quanto ricostruito dagli organi inquirenti, la sera del 23 aprile del 2021 la famiglia Gioia è a casa. Papà Aldo dorme sul divano, la moglie è in camera da letto così come una delle figlie. L’altra figlia, Elena, esce per gettare un sacchetto di spazzatura. Rientrando in casa, lascia la porta aperta per fare entrare il fidanzato Giovanni, all’epoca dei fatti 23enne. Il ragazzo colpisce Aldo Gioia, che gli sferra in più parti del corpo molti fendenti, di cui tre alla zona toracica.

Il piano è quello di uccidere anche la madre e la sorella di Elena, ma le due donne  sono svegliate dalle urla della vittima e la loro reazione fa scappare Giovanni. Elena prova a inscenare un furto, ma gli inquirenti non credono alla sua versione. Giovanni Limata ed Elena – fermati poche ore dopo il delitto – confessano l’omicidio e ammettono che la loro intenzione era quella di fuggire una volta “liberi” dalla famiglia.

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