Per Elena Gioia e Giovanni Limata imputati con l’accusa di omicidio volontario del padre di lei, Aldo Gioia, è arrivata la sentenza. I due sono stati condannati a 24 anni di reclusione, oltre al risarcimento dei familiari e alla spese processuali. Accolta dunque la richiesta del pubblico ministero Vincenzo Russo. Tra novanta giorni, saranno depositate le motivazioni delle sentenza. Ma i difensori dei due imputati ricorreranno in Appello.
I fratelli di Aldo Gioia, Gaetano e Giancarlo, che si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Brigida Cesta sono affranti. “Questa sentenza per noi cambia ben poco”, ha dichiarato Giancarlo Gioia. “Non sono di certo gli ultimi minuti di questa vicenda tremenda a ciò che è successo. L’accogliamo con tanta serenità ed immutato dolore e con piena fiducia nella giustizia. Crediamo sia una sentenza giusta, non ne chiedevamo di certo una esemplare, ma solo giustizia per Aldo”.
“Spesso in Aula abbiamo sentito la parola perdono”, aggiunge l’avvocato Cesta. “Il perdono però, in Aula, è stato invocato soltanto dalle difese e solo per giustificare la richiesta delle attenuanti. Nessuna lettera, nessuna parola potrà lenire il nostro dolore ma, sinceramente, ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso da parte di Elena. Almeno una lettera agli zii. Questo non è avvenuto, comprendiamo la sua fragilità e quella del momento. In questa circostanza siamo assolutamente allineati con quelle che sono state le decisioni della Corte d’Assise”, conclude.