CRONACA AVELLINO – Le nega i soldi per la dose e giù botte. I carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Avellino sono intervenuti in via San Francesco Saverio di Avellino, a seguito di una richiesta telefonica pervenuta da una donna di mezza età del luogo che, in evidente stato di agitazione, aveva riferito all’operatore del 112 di essere stata minacciata e aggredita dalla figlia, perché colpevole di non avergli consegnato il danaro richiesto, e che in quel preciso momento le stava pure impedendo la comunicazione con il telefonino, tentando di romperglielo.
Giunti prontamente sul posto, i carabinieri incontravano subito la richiedente, che li attendeva dinanzi al portone d’ingresso del palazzo, in evidente stato di agitazione e con evidenti segni di aggressione al volto. La donna, confermava impaurita ai militari quanto poco prima riferito alla Centrale Operativa, facendo loro notare le varie ecchimosi e graffi presenti sul volto e sul collo, riferendo che le erano stati volontariamente procurati dalla figlia. La vittima dell’aggressione riferiva altresì che la figlia, oltre a picchiarla, le aveva pure strappato la catenina che aveva al collo, tentando di romperle il telefonino e farle così interrompere la comunicazione con i carabinieri al 112.
Recatisi all’interno dell’abitazione situata al primo piano della palazzina, i carabinieri notavano subito come l’intera abitazione fosse stata messa completamente a soqquadro, con vari suppellettili rotti perché, secondo quanto riferito della donna aggredita, le erano stati lanciati dalla figlia nel momento in cui ella si è data alla fuga, scendendo le scale. Subito dietro quel marasma, v’era la figlia della richiedente, S.F. classe 1979, già ben nota ai carabinieri perché pregiudicata e tossicodipendente. La ragazza, nonostante la presenza dei militari, continuava ad inveire nei confronti della madre, proseguendo addirittura nella insistente richiesta di danaro che, per contro, la madre si rifiutava categoricamente di darle, perché conscia del fatto che sarebbe servito per l’acquisto di droga. Anche dinanzi ai carabinieri, la ragazza profferiva pesanti minacce nei confronti della madre. Alla fine, con non poca difficoltà, i carabinieri sono riusciti a riportare la calma tra le due donne, chiamando poi anche il personale medico del 118 per le refertazioni mediche del caso.
Una volta condotte le due donne in caserma, la madre della giovane ha denunciato ai carabinieri che già dalle 07.00 di mattina, appena cioè s’era svegliata, la figlia F. aveva iniziato ad inveire in malo modo nei suoi confronti, chiedendole del danaro per comprarsi dei medicinali. La madre le avrebbe subito negato il danaro, ben sapendo che qualora glielo avesse consegnato, sarebbe servito per l’acquisto di droghe di cui la giovane fa da tempo uso. Ma a seguito del suo netto rifiuto, la figlia aveva iniziato a minacciarla di morte, scaraventandosi poi contro di lei e picchiandola con estrema violenza. La colluttazione sarebbe durata circa 10 minuti, prima che la donna riuscisse a divincolarsi e a chiamare i carabinieri al 112. A seguito dell’aggressione subita, la madre aveva riportato graffi al volto e al collo, nonché ecchimosi in varie parti del corpo.
Peraltro, quando la donna era al telefono con i carabinieri del 112, la figlia – accortasi della comunicazione telefonica di aiuto – le ha strappato con violenza il telefono dalle mani, buttandolo a terra con il chiaro intento di romperlo. A quel punto, per evitare ulteriori aggressioni da parte della figlia, la donna era stata costretta ad andare di corsa verso il portone d’ingresso del palazzo, attendendo l’arrivo dei carabinieri che, nel frattempo, l’avevano richiamata tranquillizzandola sull’immediato arrivo della pattuglia di pronto intervento.
Purtroppo, non è la prima volta che accadono simili fatti e anche in altre circostanze la madre è stata costretta a chiedere l’intervento delle Forze di Polizia e a ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso o dei sanitari del 118. La stessa madre, disperata per la situazione ormai divenuta insostenibile, dopo aver confermato lo stato di tossicodipendenza della figlia e il fatto che la stessa è stata in passato già arrestata per reati attinenti con gli stupefacenti, ha chiesto ai carabinieri d’interessare l’Autorità Giudiziaria affinché si possano prendere dei seri provvedimenti per salvare la figlia. Intanto, la figlia, resasi conto della situazione e dell’inevitabile arresto, cercava di sottrarsi al controllo, rifiutando di farsi controllare e pretendendo di recarsi al SERT per assumere il metadone. Accompagnata presso il SERT dagli stessi carabinieri, la ragazza ha pure provato a intossicarsi, estraendo improvvisamente dalla borsa delle boccette di metadone e tentando d’ingerirle tutte insieme. I militari, però, l’hanno prontamente bloccata, sottraendole il medicinale.
Attesa la gravità dei fatti e considerata la personalità della giovane donna, già gravata da precedenti per droga, i carabinieri l’hanno infine tratto in arresto per i reati di tentata estorsione, minacce e lesioni personali, accompagnandola poi presso la casa circondariale di Avellino – Bellizzi Irpino.