Ripetute minacce di morte rivolte al sindaco di Pietradefusi, Gaetano Musto, e ai suoi familiari. Veri e propri atti persecutori quelli subiti dal primo cittadino del comune irpino da parte di un suo concittadino che ieri è finito agli arresti domiciliari all’esito dell’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento. A dare esecuzione all’ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari, emessa da gip del Tribunale sannita, sono stati i carabinieri di Mirabella Eclano. L’uomo è gravemente indiziato di atti persecutori, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.
Musto aveva denunciato che, già a partire da aprile scorso, l’uomo si era presentato in più occasioni presso gli uffici comunali con la pretesa di ricevere sostegni economici da parte dell’ente, da destinare a sue esigenze personali, nonostante fosse già destinatario del sussidio del banco alimentare. Il sindaco ha raccontato agli inquirenti di aver comunque allertato i servizi sociali affinché si interessassero della condizione di evidente disagio manifestata dal suo concittadino.
La situazione è evidentemente degenerata quando l’uomo, oltre a reiterare le sue richieste, ha iniziato a minacciare il sindaco. «Vengo a casa tua… faccio del male a te ed alla tua famiglia… ti rompo la faccia, tengo una pistola seppellita… ti do fuoco… ti ammazzo, ti squarto, ti sparo, come sei salito lì ti faccio scendere, te la faccio pagare», questo il contenuto delle minacce proferite. Il rischio che dalle parole potesse passare ai fatti è stato ancora più concreto quando lui stesso ha telefonato alla centrale operativa dei Carabinieri di Mirabella minacciando di uccidere il sindaco.
Fermato lungo la strada, il presunto stalker oltre a confermare ai militari quanto detto telefonicamente, è stato trovato in possesso di un coltello pieghevole. Minacce e atti persecutori di cui sono stati testimoni i familiari di Musto, ma anche i dipendenti del Comune e gli assistenti sociali. Testimonianze che hanno irrobustito il grave quadro di indizi nei confronti dell’indagato per i delitti per cui è stata emessa la misura cautelare, adottata in presenza del pericolo di reiterazione.