Piove nel Tribunale, Galasso: pronti a tutelare i dipendenti

Piove nel Tribunale, Galasso: pronti a tutelare i dipendenti
Causa le abbondanti precipitazioni di questi giorni l’acqua è filtrata copiosa dalla copertura del tetto. E’ accaduto ieri mattina all’interno del Tribunale di Avellino. A lanciare l’allarme i dipendenti del Palazzo di Giustizia che, giunti al terzo piano hanno trovato i corridoi colmi di acqua e tr…

Piove nel Tribunale, Galasso: pronti a tutelare i dipendenti

Causa le abbondanti precipitazioni di questi giorni l’acqua è filtrata copiosa dalla copertura del tetto. E’ accaduto ieri mattina all’interno del Tribunale di Avellino. A lanciare l’allarme i dipendenti del Palazzo di Giustizia che, giunti al terzo piano hanno trovato i corridoi colmi di acqua e tre stanze completamente allagate. “Quando piove tanto – affermano i dipendenti – un’intera ala del terzo piano, dove vi sono le cancellerie civili, diventa impraticabile”. L’acqua infatti ha riempito le canaline che contengono le condutture elettriche e telematiche. I dipendenti sono stati costretti a staccare le plafoniere perchè colme di acqua e nei corridoi c’è stato il buio più completo. Con l’ausilio di carrelli sono stati messi al riparo dalla pioggia i faldoni di documenti che si trovano negli uffici. Sono 60 i dipendenti che ormai da mesi devono convivere con questi disagi. “Abbiamo avviato da qualche settimana i lavori di messa in sicurezza dell’edificio – ha affermato il sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso – e stiamo svolgendo tutti gli interventi necessari a rendere lo stabile sicuro sotto il profilo strutturale in relazione alla sismicità. Sappiamo bene che sono interventi tampone, ma la soluzione definitiva per il Palazzo di Giustizia sicuramente non è a breve termine. Bisogna individuare l’area e soprattutto intercettare gli ingenti finanziamenti indispensabili a realizzare una nuova struttura o a riconvertirne qualcuna già esistente. L’amministrazione comunale – conclude il sindaco – farà quello che è necessario per consentire agli operatori della giustizia di svolgere il proprio lavoro in condizioni dignitose”.

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