Sequestro conservativo da 220mila euro per il prete casertano Livio Graziano, condannato in primo e secondo grado per abusi su un 13enne. A disporlo è stata la quarta sezione penale (collegio B) della Corte di Appello di Napoli (presidente Luisa Toscano) dopo avere appreso dell’imminente chiusura del conto corrente intestato al prete sul quale è depositato il denaro. La misura disposta dai giudici in seguito “mancanza di qualsiasi informazione in ordine alla destinazione del danaro ivi custodito”, circostanza che “induce a ritenere fondato il pericolo di dispersione delle garanzie per il pagamento delle spese di giustizia inerenti al procedimento penale”.
Lo scorso giugno, la Corte d’Appello partenopea aveva confermato la condanna a otto anni di reclusione inflitta in primo grado dal tribunale di Avellino. I giudici della Corte d’Appello di Napoli avevano respinto il ricorso presentato dai legali del sacerdote gli avvocati Carlo Di Casola e Gianpiero De Cicco, confermando il verdetto di primo grado emesso dal tribunale di Avellino.
Per le accuse di atti sessuali su un minore, ospite della struttura di accoglienza di Prata Principato Ultra, Don Livio era stato condannato dal tribunale di Avellino – nel novembre del 2022 – a 8 anni di reclusione. I giudici della Corte di Assise emisero il verdetto di condanna al termine di una lunga camera di consiglio. Il pubblico ministero Lorenza Recano aveva chiesto – al termine della sua requisitoria – 11 anni di reclusione per Don Livio. Inoltre i giudici del tribunale di Avellino, in composizione collegiale, avevano condannato Don Livio al risarcimento alle vittime pari a 20mila ciascuno. Le persone offese sono rappresentate dagli avvocati Benedetta e Giovanni Falci.