Processo Aste Ok, nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, si è celebrata una nuova udienza dell’inchiesta condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d’illeciti che vede protagonista il Clan Partenio.
L’udienza è iniziata con il controesame del Capitano della Guardia di Finanza stata quella del Capitano della guardia di finanza, che ha effettuato le indagini integrative su Gianluca Formisano – difeso dall’avvocato Carlo Taormina – finito in carcere giovedì scorso dopo la decisione del tribunale di Avellino di aggravare la misura per l’imputato . Il capitano ha ripercorso in aula il contenuto dei messaggi WhatsApp intercorsi tra lui e la testimone che insieme al un suo familiare accusò i carabinieri del nucleo operativo di Avellino di aver riportato dichiarazioni errate. Posizioni poi archiviate dal tribunale del capoluogo irpino. Il primo difensore a rivolgere le domande al teste è stato l’Avvocato che ha iniziato il suo chiesto al militare se fossero stati effettuati ulteriori accertamenti in merito alle dichiarazioni di due teste rese durante la testimonianza. Il finanziere ha risposto affermando che sono stati condotti approfonditi controlli, acquisendo anche informazioni sulla partecipazione di uno dei due testimoni ad un’asta giudiziaria su un immobile di Montoro.
Il finanziere ha riferito il contenuto di alcune intercettazioni ottenute tramite un trojan installato sul cellulare di Gianluca Formisano: “Parlano di un grosso affare. Di un affare importante in cui era necessario presentare una richiesta di 5mila euro”. Riguardo a una conversazione del 2019, Formisano ha menzionato specificamente questa somma di denaro con la testimone: “Volevo far trovare un accordo tra tuo padre e Aprile”. La richiesta economica – riferisce il finanziere – è stata confermata successivamente da un’altra intercettazione della donna”.
L’avvocato Taormina ha ripetutamente interrogato il testimone sugli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle e il finanziere ha ribattuto punto su punto, confermando non solo quanto dichiarato durante la scorsa udienza, ma fornendo anche ulteriori elementi rilevanti per lo svolgimento del dibattimento.
Il dibattito in aula è acceso e talvolta oltre i limiti. L’avvocato Taormina ha contestato in modo continuo le risposte del testimone, suscitando l’opposizione energica del Pm Woodcock che ha invitato illegale di Formisano di non interrompere l’escussione. Il presidente Melone ha sospeso la seduta per alcuni minuti.
Al ritorno del collegio in aula, il presidente Melone ha invitato le parti a tenere un atteggiamento meno acceso. “Non posso tollerare le discussioni tra le parti, ancor meno se condotte in toni così accesi. Mi auguro che ciò non si ripeta!”. Purtroppo, la richiesta del presidente non ha sortito effetto, poiché la polemica è riiniziata, ostacolando, non poco, il prosieguo del controesame.
Al termine dell’udienza, protrattasi fino alle 18 di oggi pomeriggio, l’avvocato Taormina si è rivolto al presidente Melone accusandolo di essere: “Ostile nei confronti di Formisano e del suo difensore”. La prossima udienza è attesa per il 15 dicembre 2023.