Nuovo Clan Partenio, il processo si avvia alle battute finali. Davanti al collegio presieduto dal giudice Gian Piero Scarlato, il pm Antimafia Simona Rossi, ha tirato le somme di quasi due anni e mezzo di istruttoria e di decine di esami testimoniali raccolti davanti ai tre collegi che si sono alternati nel processo.
Dopo quasi due anni e cinque mesi dal 20 novembre 2020, quando nell’aula bunker del carcere di Poggioreale ha preso il via il processo, il pm della DDA ha ripercorso, stamattina nell’ aula collegiale del tribunale di Avellino, cinque anni di indagini racchiuse in trecento pagine di ordinanza. Una requisitoria, in cui non solo sono contenute le accuse per il boss Pasquale Galdieri e altri 20 imputati, ma soprattutto il clima, vissuto in quegli anni, in cui l’organizzazione criminale avrebbe imposto il suo dominio in provincia di Avellino.
Il pm della DDA è partita dalla genesi del Nuovo Clan Partenio, “nato dalle ceneri del clan Genovese, che ha fagocitato i vecchi esponenti della criminalità organizzata irpina. ” Un’indagine lunga e complessa che ha portato alla luce una serie di episodi cardine in cui si evince in maniera evidente le modalità con cui il clan – sottolinea la pm antimafia – raggiungeva i suoi obiettivi. Un’indagine proseguita fino alla fine del 2019 che ha dimostrato la presenza “di un’organizzazione piramidale ben precisa in cui gli imputati si sarebbero prodigati per avvicinare gli esponenti della criminalità locale avellinese, con lo scopo di rendere noto che, o si piegavano al volere dei Galdieri o potevano andare a pascolare le pecore”.
“Dalle attività d’intercettazione emerge che Dello Russo non aveva voluto piegarsi alla volontà di Pasquale Galdieri e, questo, atteggiamento- ricorda la pm in aula – aveva provocato la reazione violenta del clan, che aveva aperto il fuoco nei confronti dell’auto dell’imputato. In un’altra intercettazione si riscontra in maniera lampante che il capoclan ricorda la pm antimafia – avesse dettato regole precise per quanto concerne le conversazioni telefoniche. Dall’attività d’indagine è emersa la volontà di estendere la propria egemonia criminale anche in alta Irpinia.
Uno degli imputati sarebbe stato incaricato di trovare i cantieri edili aperti sul territorio e di instaurare il dominio del Nuovo Clan Partenio tramite il reato di estorsione. “Queste condotte criminali furono regolarmente realizzate da uno degli imputati nel processo. Elementi ineccepibili che sono – evidenza il pm-emerse in maniera lampante dalle indagini. Il Pubblico Ministero dell’antimafia Rossi non ha dubbi: “i rapporti tra le figure apicali e l’attività criminale del clan sono indiscutibili e sono emerse nel corso dell’intera indagine”.
Al termine della requisitoria, durata ben cinque ore il Pm ha chiesto 387 anni di reclusione per i 21 imputati del Nuovo clan Partenio. Per il presunto boss Pasquale Galdieri chiesti 30 anni di reclusione. Mentre per il fratello Nicola 27 anni di reclusione. La prossima udienza è fissata il 22 maggio, quando la parola passerà ai difensori dei 21 imputati.