Non ce l’ha fatta Roberto Bembo, il 21enne accoltellato la mattina di Capodanno nel parcheggio di un bar in via Nazionale Torrette del comune di Mercogliano. Esaurito il periodo di osservazione di sei ore, previsto dai protocolli, il collegio medico dell’Unità di rianimazione dell’ospedale “Moscati” ha accertato la morte cerebrale del giovane.
Nei pressi dell’azienda ospedaliera si sono radunate un centinaio di persone, amici di Roberto che svolgeva servizio civile preso il comune di Mercogliano e dei suoi genitori, che risiedono ad Avellino. Dopo aver combattuto per dodici giorni, la forte fibra del giovane non ha retto alle ferite riportate nella rissa, esplosa pare per futili motivi di parcheggio. Tre coltellate alla schiena, all’addome e al collo infertegli da un giovane di 23 anni di Avellino, dopo i colpi al volto con un tirapugni da parte un altro 23enne.
I due ragazzi si costituirono la sera stessa di quella domenica agli agenti della Squadra Mobile di Avellino e subito dopo sono stati portati in carcere. Nel corso dell’udienza di convalida, ricostruirono la vicenda davanti al Gip, Paolo Cassano, ammettendo le loro responsabilità, enfatizzando però la tesi della provocazione subìta.
Con la morte di Roberto, l’accusa di tentato omicidio si trasforma ora in omicidio. Sarà il pm Vincenzo Toscano a definire il nuovo capo di imputazione sul quale dovrà poi pronunciarsi il gip, Paolo Cassano. Resta da chiarire la posizione di un terzo indagato, un uomo di 30 anni, fratello di uno dei presunti responsabili, che sarebbe stato presente alla rissa. La sera del primo dell’anno, nel corso di una perquisizione domiciliare, fu trovato in possesso di sostanze stupefacenti e posto agli arresti domiciliari. Contestualmente gli inquirenti lo iscrissero, a piede libero, nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in tentato omicidio.