Sesso in cambio di voti alti, condannato prof

Sesso in cambio di voti alti, condannato prof
Prestazioni sessuali in cambio di voti alti alle interrogazioni. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a due anni di reclusione nei confronti di un professore di un istituto tecnico di Avellino. L’uomo ha 63 anni. Sono state proprio le testimonianze delle due ragazze e le registrazioni…

Sesso in cambio di voti alti, condannato prof

Prestazioni sessuali in cambio di voti alti alle interrogazioni. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a due anni di reclusione nei confronti di un professore di un istituto tecnico di Avellino. L’uomo ha 63 anni. Sono state proprio le testimonianze delle due ragazze e le registrazioni da loro effettuate delle richieste che il professore le rivolgeva in classe, davanti a tutti gli altri compagni, ad incastrare l’imputato. Il resto della classe, costituita per lo più da maschi, non aveva espresso “solidarietà” alle due allieve vittime delle attenzioni ‘particolari’ del docente. Senza successo l’uomo ha fatto ricorso in Cassazione contro la condanna per tentata concussione sostenendo che le sue richieste erano solo “uno scherzo” come dimostrava la circostanza che le aveva fatte pubblicamente, innanzi a tutta la classe. La Suprema Corte – con la sentenza 30764 – ha bocciato la linea difensiva del docente replicando che, anche se lui non aveva conseguito alcuna prestazione sessuale, il reato di tentata concussione si configura lo stesso in quanto “la condotta costrittiva può estrinsecarsi anche in una sola pressione psicologica sul soggetto passivo a sottostare a una ingiusta richiesta”. E a nulla rileva il fatto che le pressioni del pubblico ufficiale non portino a “concreti risultati per le resistenze del soggetto passivo”. Nel caso in questione, prosegue la Cassazione, “il docente, consapevole dell’ambiente in cui era inserito, non ha avuto esitazione alcuna a pronunciare le frase riferite dalle ragazze anche alla presenza di altri studenti e ciò esclude che le frasi siano state pronunciate per scherzo”.

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