Soldi falsi ai clienti della posta, il 29enne ridponde alle domande del gip

Ha risposto alle domande del Gip del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi il ventinovenne ,dipendente dell’ufficio postale di Sperone, accusato di aver rifilato soldi falsi a diciotto clienti, in prevalenza pensionati e per questo finito agli arresti domiciliari da qualche giorno.

Questa mattina, accompagnato dai suoi difensori, gli avvocati Isidoro Bizzarro e Angelo Bianco, il 29enne e’ comparso davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia. Avrebbe risposto e fornito una serie di chiarimenti al magistrato. Nessuna richiesta presentata dasi suoi difensori all’esito dell’interrogatorio.

Il ventinovenne di Lauro, F.S, dipendente fino a qualche settimana fa dell’ufficio postale di Sperone, che secondo le accuse di Procura della Repubblica e Carabinieri della Stazione di Avella, avrebbero rifilato più di diecimila euro falsi a 18 ignoti correntisti, per lo più anziani che dovevano eseguire prelievi o ritirare la pensione o possessori di buoni fruttiferi. Il Gip del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi, su richiesta della Procura che ha coordinato le indagini, aveva emesso una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’impiegato accusato di spendita e introduzione di monete falsificate, truffa, peculato e riciclaggio.

I militari della stazione di Avella, agli ordini del luogotenente Gianmarco Piccione, hanno ricostruito che il 29enne aveva messo in commercio 209 banconote false per 10.450 euro tra fine aprile e inizio maggio.Nei suoi confronti è scattato anche il sequestro preventivo per la stessa somma eseguito dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino.

Le indagini hanno accertato che a produrre le banconote false sarebbe stato un gruppo criminale con base a Napoli, specializzato nella contraffazione. Il caso venne alla luce il 9 marzo scorso, quando diciotto persone, tra cui alcuni anziani, presentarono denuncia ai carabinieri, dopo aver scoperto che le banconote ritirate, da venti e cinquanta euro, erano risultate false in occasione di acquisti presso la farmacia e gli esrcizi commerciali del posto.

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