Solofra, concerie nel mirino: tre chiusure e cinque denunce

SOLOFRA – A cavallo tra la fine sella scorsa settimana e l’inizio di questa, i carabinieri della Stazione di Solofra e gli ispettori del lavoro della Direzione Provinciale di Avellino hanno dato corso all’ennesima serie di controlli volti ad accertare eventuali violazioni alla normativa ambientale e sul lavoro a carico delle aziende del polo conciario di Solofra. Al termine dei controlli, durati vari giorni a causa delle necessità d’incrociare i dati forniti dai singoli imprenditori con quelli depositati presso gli organi competenti, i carabinieri e gli ispettori del lavoro hanno denunciato ben 5 persone e sottoposto a sospensione amministrativa delle attività 3 impianti conciari. In un primo caso, di un’azienda conciaria di proprietà di una 45enne solofrana, i carabinieri hanno dovuto deferire in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino tanto l’imprenditrice quanto la sorella, che collabora con lei, per varie fattispecie di reato. S’inizia da quello di falsità in registri e notificazioni, visto che i militari dell’Arma hanno accertato che le due donne avevano falsamente attestato di aver formato e informato i lavoratori in materia di sicurezza sul lavoro, quando invece non avevano mai impartito alcuna istruzione. Ulteriori reati contestati alle due donne sono invece inerenti a varie violazioni alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro: non aver informato i lavoratori circa i rischi derivanti dall’attività lavorativa, non aver mai formato un documento di valutazione rischi, non aver mai consegnato i dispositivi di protezione individuale e non aver mai nominato un medico del lavoro. Infine, l’ultimo reato contestato loro è attinente con le violazioni alla normativa ambientale, avendo effettuato scarichi di acque reflue industriali mediante immissione nella rete fognaria pubblica ed avendo svolto l’attività senza la prescritta autorizzazione all’emissione di fumi in atmosfera. Al termine dell’ispezione, la ditta è stata chiaramente sottoposta a sospensione amministrativa, non avendo nemmeno alcun certificato di agibilità né parere sanitario. Per una seconda azienda, un’altra ditta conciaria di un 65enne del posto, i carabinieri hanno proceduto al suo deferimento in stato di libertà per violazioni alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, avendo l’imprenditore omesso di sottoporre i propri lavoratori alla prescritta visita medica preventiva, ma in questo caso non è stato adottato nessun provvedimento nei confronti dell’impianto conciario. Per una ditta individuale di rasatura pelli, di proprietà di un 34enne solofrano, sono invece scattate tanto la denuncia penale in stato di libertà quanto il provvedimento di sospensione amministrativo dell’azienda per la mancanza di agibilità. In questo caso, però, la denuncia non attiene a violazioni alle normative ambientali o sul lavoro, bensì al reato di furto, avendo i militari dell’Arma accertato che il proprietario della conceria si era abusivamente allacciato alla rete idrica pubblica, senza alcun contatore, utilizzando quell’acqua per lo svolgimento delle attività produttive. Nell’ultimo caso, anche qui di un’azienda conciaria di proprietà di un 63enne solofrano, è scattata la denuncia penale e il sequestro dell’impianto. Infatti, il controllo dei carabinieri ha appurato che l’imprenditore non aveva ottemperato al provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale emesso dalla Direzione Provinciale del Lavoro in data 12 gennaio 2011, a seguito di un precedente controllo e l’accertamento di un elevato numero di operai a nero. Attesa la presenza, anche in questa occasione, di lavoratori a nero, è scattata sia la denuncia che la nuova sospensione dell’attività conciaria.

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