Strage Curdi, lunedì Cgil su area sosta Mirabella

Strage Curdi, lunedì Cgil su area sosta Mirabella
Lunedì 31 agosto 2009 alle 10.30, presso l’area di servizio di Mirabella Eclano, lungo l’autostrada A16 Napoli – Bari,la Cgil sarà presente per ricordare i cinque cittadini Curdi, rinvenuti cadavere all’interno di un tir proveniente dalla Grecia. L’iniziativa, nel ricordare i 5 sfortunati emigranti,…

Strage Curdi, lunedì Cgil su area sosta Mirabella

Lunedì 31 agosto 2009 alle 10.30, presso l’area di servizio di Mirabella Eclano, lungo l’autostrada A16 Napoli – Bari,la Cgil sarà presente per ricordare i cinque cittadini Curdi, rinvenuti cadavere all’interno di un tir proveniente dalla Grecia. L’iniziativa, nel ricordare i 5 sfortunati emigranti, vuole essere un momento di cordoglio e partecipazione oltre che di testimonianza contro le politiche attuate dal Governo. La tragedia dei migranti, a distanza di sette anni dall’orribile episodio che ha visto sfortunata protagonista la provincia di Avellino, continua ad interessare tutta l’Italia. In sette anni la strage ha assunto dimensioni apocalittiche, lungo le nostre coste, nei nostri mari ed il Governo non ha saputo far altro che inasprire le leggi contro chi viene nella nostra terra a chiedere un sostegno, una speranza di futuro migliore, senza attuare alcuna distinzione tra delinquenti, onesti ma più sfortunati cittadini di altre terre, donne, anziani e bambini. Tutti gli stranieri sono considerati alla stregua di clandestini. Non sono bastati gli appelli di numerosi intellettuali, uomini e donne di cultura, pareri istituzionali per frenare la deriva razziale e populista del governo Berlusconi e del ministro Maroni. La Cgil di Avellino vuole ricordare con le forti e sentite parole del vescovo di Agrigento, Mons. Montenegro, tutti i migranti morti nel tentativo di raggiungere una nuova speranza: “Questa ennesima tragedia in cui i deboli muoiono per l’indifferenza dei forti o a causa di leggi contrarie ai principi di umanità e carità, devono farci riflettere, interrogare e soprattutto farci sentire colpevoli”

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