Otto anni di reclusione per violenza sessuale, con le attenuanti generiche. E’ questa la pena inflitta dal tribunale dell’Aquila a Francesco Tuccia, il ventiduenne di Montafredane accusato dello stupro di una studentessa universitaria di Tivoli di 21 anni. La giovane, presente in aula dove c’era anche l’imputato, riporto’ ferite lacero contuse guaribili in 40 giorni. Il fatto accadde fuori la discoteca “Guernica” di Pizzoli (L’Aquila) la notte tra l’11 e il 12 febbraio dell’anno scorso. Dopo una… |
Otto anni di reclusione per violenza sessuale, con le attenuanti generiche. E’ questa la pena inflitta dal tribunale dell’Aquila a Francesco Tuccia, il ventiduenne di Montafredane accusato dello stupro di una studentessa universitaria di Tivoli di 21 anni. La giovane, presente in aula dove c’era anche l’imputato, riporto’ ferite lacero contuse guaribili in 40 giorni. Il fatto accadde fuori la discoteca “Guernica” di Pizzoli (L’Aquila) la notte tra l’11 e il 12 febbraio dell’anno scorso. Dopo una brutale violenza la giovane fu lasciata esanime e insanguinata in mezzo alla neve del piazzale del locale e fu salvata dall’intervento di Pino Galli, uno degli addetti alla sicurezza, che dopo averla soccorsa allerto’ il 118. “E’ stata un’operazione di violenza inaudita”, aveva detto stamane nel corso della requisitoria, durata circa un’ora e mezzo, il pm David Mancini, nel ricostruire lo stupro. L’accusa aveva chiesto 14 anni di reclusione per violenza sessuale e tentato omicidio. Ritenuto colpevole dell’accaduto, Tuccia fu arrestato alcuni giorni dopo e rinchiuso nel carcere di Teramo, nella stessa cella di Salvatore Parolisi, condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Melania Rea. Successivamente, e tra numerose polemiche, per lui furono disposti i domiciliari. All’epoca dei fatti Tuccia era un militare del 33esimo reggimento artiglieria terrestre “Acqui”. Il tribunale era composto da Giuseppe Grieco presidente, Italo Radoccia e Carla Ciofani giudici a latere.